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ASTE MEDIO LUNGO: MAGGIOR DISTENSIONE
Si apre all'insegna di una maggior tranquillità l'ultima tornata di aste di fine mese. In questo senso sono state fondamentali le rassicurazioni della BCE che hanno confermato l'impegno a perseverare in una politica accomodante.
Mario Draghi infatti, intervenendo all'assemblea nazionale di Parigi, ha sottolineato il ruolo fondamentale della BCE sostenendo che "abbiamo difeso con decisione la stabilità dell'unione monetaria e quindi dei nostri soldi. E siamo pronti ad agire ancora quando necessario".
Il presidente, però ha poi aggiunto che "è importante riconoscere che ci sono limiti a quello che la politica monetaria può ottenere", sottolineando che non può creare crescita economica. Per questo invita i governi ad andare avanti con le riforme, in particolare quelle sul mercato del lavoro.

In una situazione di maggior distensione , dunque, il tesoro si accinge a mettere in asta oggi titoli per 2 – 2,5 miliardi di Euro quinquennali scadenza giugno 2018 e 2 – 2,5 miliardi di euro decennali con scadenza maggio 2023.
Analizzando quanto è successo ieri, è positivo commentare come, il mercato obbligazionario italiano, reduce da una serie di sedute negative, abbia rimbalzato dai minimi segnati martedì. Da segnalare che la stessa situazione si è verificata un po in tutti i mercati periferici.
Lo spread su Bund decennale, infine, è tornato sotto i 300 punti base.

ECOFIN E CONSIGLIO UE
Al via nel tardo pomeriggio il Consiglio Ue.
Fondamentale per il consiglio è l'accordo raggiunto questa notte a seguito della riunione Ecofin sulla ripartizione degli oneri dei fallimenti degli istituti di credito, una delle premesse per l'unione bancaria.
L'intesa preliminare prevede che azionisti, obbligazionisti e titolari di depositi superiori ai centomila euro si dovranno accollare i costi dei salvataggi bancari, in modo da tutelare i contribuenti e, dunque, permette di evitare che ad accollarsi le spese degli istituti di credito in difficoltà siano gli Stati, come avvenuto per Cipro.

Il ministro Saccomanni spiega come il meccanismo definito nella notte sia "un sistema di tutela dei risparmiatori che ben si combina con le esigenze legate alle specificità nazionali". In pratica si è trovato un compromesso tra chi come Francia e Gran Bretagna volevano più flessibilità, cioè la possibilità di scegliere da soli a chi far pagare il conto delle banche che falliscono, e quelli come la Germania che invece volevano regole uguali per tutti.

Secondo il ministro irlandese Michael Noonan (sotto in foto), l'accordo traghetta dal salvataggio da parte degli Stati alla suddivisione delle perdite all'interno della banca stessa, "tutelando così i contribuenti"

Restano sul tappeto, però, una ulteriore serie di problematiche in primis a chi spetti dire l'ultima parola sulla chiusura o sulla ristrutturazione di una banca. Secondo funzionari europei, la Commissione Ue dovrebbe presentare una proposta di creazione di una nuova agenzia con questo compito già la prossima settimana.

CINA: TASSI IN DISCESA
Anche ieri la Banca del Popolo di Cina non ha dato corso a operazioni di drenaggio e ciò ha ridotto le tensioni sul mercato monetario seppure si siano registrati ancora sbalzi importanti.
Ricordiamo la scorsa settimana tassi d'interesse a brevissimo erano saliti bruscamente, dopo che la Banca Popolare di Cina aveva permesso una riduzione di liquidità sui mercati monetari, per cercare di tenere a freno l'eccessiva crescita del credito, soprattutto quello erogato attraverso il cosiddetto "sistema bancario ombra".
Attualmente seppure il mercato stia probabilmente sperando in una iniezione di liquidità da parte della Banca Centrale, la politica passiva adottata da quest'ultima ha prodotto un allentamento delle tensioni.

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