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BTP: ANCORA CALO
Anche ieri, sulla falsariga di quanto accaduto lunedì, il mercato obbligazionario italiano ha subito le conseguenze delle preoccupazioni di una progressiva riduzione della liquidità disponibile sul mercato, in vista del probabile alleggerimento dello stimolo monetario della Fed.
Lo spread Btp/Bund ha superato la soglia dei 310 punti base (massimo dallo scorso 12 aprile) terminando poi in chiusura a quota 307 punti base.
Il rendimento sul 10 anni italiano ha registrato il massimo di giornata battendo una percentuale del 4,90% (massimo da febbraio).
Da rilevare che decorsa solo una settimana dal meeting Fed, il tasso decennale è risalito di oltre 60 centesimi.

Maria Cannata, direttore generale per il debito pubblico (in foto), ritiene che la recente risalita dei rendimenti dei titoli di Stato non compromette la sostenibilità del debito pubblico del paese, dicendosi più preoccupata del livello dello spread che non di quello assoluto del rendimento.

DERIVATI A RISCHIO
La perdita potenziale che l'Italia potrebbe subire sui contratti di copertura di tassi e cambi sul debito, ristrutturati dal Tesoro nel solo 2012 è pari a 8 miliardi di euro.
Al centro dell'attenzione sono in particolare i derivati accesi negli anni novanta accesi con banche straniere e ristrutturati nella prima metà del 2012, con un nozionale complessivo di 31,7 miliardi di euro. Si evidenzia che un solo derivato con Morgan Stanley, nel gennaio 2012, potrebbe essere costato all'Italia circa 3 miliardi, 500 milioni in più dei 2,56 miliardi a suo tempo annunciati.
A tal proposito vi rimandiamo ad un articolo molto interessante su Repubblica

"Tesoro, perdite potenziali di 8 miliardi. L'origine è nei derivati degli anni 90":http://www.repubblica.it/economia/2013/06/26/news/italia_otto_miliardi_a_rischio-61861023/?rss

ECOFIN SU BANCHE
Prevista per stasera una riunione straordinaria dell'Ecofin con la partecipazione di Saccomanni. Il consiglio si riunisce dunque prima del Consiglio europeo di prossimi giorni.
I ministri finanziari affronteranno nuovamente il tema dell'unione bancaria, dopo che nell'incontro della settimana scorsa in Lussemburgo non sono riusciti a trovare un accordo sulle nuove regole per ripartire i costi delle crisi bancarie. Si tenta, dunque, un accordo dell'ultimo minuto.

Il ministro delle Finanze francese, Pierre Moscovici (sotto in foto) , al precedente incontro si era detto ottimista.
"L'incontro, precedente ha permesso di percorrere il 90% del cammino e siamo vicini ad un accordo: mancano pochissime questioni che speriamo di risolvere mercoledì".

Principale argomento di divisione dunque è il modo con cui gestire il 'fallimento ordinato', la liquidazione delle banche insolventi non salvabili. Si cerca di non ricorrere al denaro dei contribuenti, ma a quanto pare nessuno vuole mettere denaro sul piatto.
Inoltre, come ha spiegato l'irlandese Noonan, si pone il problema della flessibilità. "I paesi dell'Euro hanno il fondo salva-stati permanenti Esm, e i paesi che non hanno l'Euro hanno bisogno di più flessibilità perché non hanno accesso all'Esm".

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