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PROCEDURA DEFICIT: OGGI IL PRONUNCIAMENTO
Nel primo pomeriggio di oggi la Commissione europea si pronuncerà, con molta probabilità a favore sulla chiusura della procedura per deficit eccessivo sull'Italia, avviata nel 2009. Sono attese anche le conferenze stampa di Josè Manuel Barroso e, a seguire, di Olli Rehn (in foto), commissario europeo per gli Affari economici e monetari, che illustreranno le indicazioni raccomandate dalla Commissione ai vari paesi.

La chiusura della procedura dovrebbe dare nuovi margini di manovra al governo italiano sul bilancio pubblico del prossimo anno anche se non c'è stata ancora un'indicazione precisa delle risorse che verrebbero a liberarsi. La prima richiesta del governo (forte di un maggior potere contrattuale) sarebbe quella di chiedere uno scorporo degli investimenti dal calcolo del deficit. Secondo una fonte governativa l'Italia punta ad ottenere che i circa 12 miliardi di investimenti pubblici cofinanziati dai fondi Ue, da spendere entro il 2015, siano dedotti dal calcolo dell'indebitamento valido per il Patto di stabilità.

OCSE: ECONOMIC OUTLOOK
In una conferenza stampa da Parigi Angel Gurria e Pier Carlo Padoan presentano questa mattina l'Economic Outlook dell'Ocse.
Per quanto concerne l'Italia, occhi puntati su possibili revisioni delle stime macroeconomiche, in virtù delle speranze di ripresa che il governo e molti analisti individuano nella seconda metà del 2013.
Le ultime analisi di Ocse sull'Italia, datate meno di un mese fa, prevedevano una contrazione del PIL dell' 1,5% nel 2013 e per contro indicavano una possibile ripresa quantificabile nel 0,5% nel 2014.

MOODY'S DECLASSA 4 REGIONI ITALIANE
Ieri sera Moody's ha declassato di un 'notch' il rating di Piemonte, Campania e Sicilia, da Baa3 a Ba1, mentre quello della Regione Lazio ha subito un taglio di due gradini, da Baa3 a Ba2.

In tutti quattro i casi l'outlook rimane negativo. Le riduzioni rispecchiano le preoccupazioni riguardo la posizione finanziaria di queste regioni.
Il motivo principale del declassamento risiede nella valutazione negativa sui bilanci regionali penalizzati dai tagli praticati dal governo.

RIDIMENSIONATO IL PIL CINA
Il Fondo monetario internazionale ha ridimensionato le stime di crescita economica della Cina per quest'anno al 7,75% contro una stima precedente pari al 8%. Il principale motivo della revisione risiede nella debolezza della congiuntura globale e in particolare dell'export.
Pur rimanendo la stima superiore a quella ufficiale del governo di Pechino, +7,5%, il taglio del Fmi consolida le preoccupazioni di chi vede una perdita di vigore per la seconda economia mondiale.

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