Poche volte i numeri ci hanno segnalato cosa fare.
Ci riferiamo a La Doria, regina dei pomodori in scatola, per la quale mesi fa, avevamo segnalato la impressionante compressione di volatilità. Da quasi nove mesi la quotazione era attorno a 1,70 euro mentre, nel frattempo, Banca IMI aveva innalzato il target price a 2,29 e mostrato che il rapporto p/e avrebbe toccato livelli molto depressi nel 2013.
La compressione di volatilità – che mi ha ricordato un solo caso accaduto in borsa – almeno tra i miei ricordi – e cioè una situazione analoga per Buzzi tanti e tanti anni fa – segnalava una assurdità. Chi temeva che potesse sfociare in un ribasso (la compressione di volatilità può finire con ribasso o rialzo) aveva un'arma formidabile: i risultati che stavano per essere pubblicati da La Doria.
Poi la cosa piano piano si è risolta .Gli scambi si sono quintuplicati e la quotazione ha bucato quota 2,40 euro. Noi, seguendo la vecchia legge dell'accontentarsi, abbiamo consigliato di accompagnare il rialzo.
Ora i numeri ci mostrano un'altra storia: MF di oggi mette La Doria in testa alla classifica dei titoli con maggiore ipercomprato ( 95 circa),
L'ipercomprato non ci dice che la corsa è finita, ma da' solo un segnale di rischio. Non si sa infatti quando la bolla rialzista si fermerà.
Il titolo ha superato il vecchio target di Banca IMI di euro 2,29.
A 1,70 euro tutti snobbavano questa azione e commentavano ironicamente l'articolo del lombardreport.com che si metteva su un titolo fermo da 9 mesi. Ora con l'azione salita del 40% abbandante tutti sono sul treno.
Il contrarian però non può non segnalare quanto sta accedendo.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)