Qualche giorno fa avevamo segnalato che il prezzo medio di estrazione dell'argento risulta lievemente superiore alle attuali quotazioni.
Ora Thomas Chaize su www.dani2989.com riporta con la sua nota esperienza i dati dell'United States Geological Survey sulla produzione di oro nel 2012, salita ad un nuovo massimo dal 2001.
Nel 2001 si erano estratte 2600 tonnellate con un costo medio di estrazione di 271 dollari per oncia. Ora siamo a 1669 dollaro mediamente.
Per aumentare del 3,8% la produzione il costo di estrazione è cresciuto del 615%.
Nel 2012 la Cina è stata la principale estrattirice per il quinto anno consecutivo (370 tonnelate). Il Sud Africa (quarto nella lista) continua a perdere posizioni ed ha estratto solo 170 tonnellate.
Il folle incremento dei costi di estrazione,secondo quanto riportato da Thomas Chaize che risulta per noi in parziale disaccordo con altri dati in nostro possesso – è un forte segnale per l'oro.
Se la situazione sui mercati internazionali dovesse precipitare e le quotazioni scendere ancora le miniere marginali verrebbero chiuse. Nessuno vuole lavorare in perdita.
Come per i diamanti – e come segnalato per l'argento – la minore disponibiltà di merce produrrebbe una risalita, dopo un certo tempo, dei prezzi. Una volta smaltiti gli stock.
PS
Per chi mi chiede il costo di estrazione del platino rimando ad un commento sulla difficile situazione in cui versava Aquarius da me letta su google. Nel 2012 si scriveva, per lamentare i bassi prezzi, che il costo di estrazione era di 1437 dollari per oncia (proprio le quotazioni odierne). Il problema per il platino, che assorbe molte forze di lavoro in Sud Africa da dove deriva la maggior parte della produzione, è che la chiusura delle miniere produrrebbe una grossa crisi per i molti minatori che si troverebbero senza lavoro. Per questa ragione le miniere hanno evitato, nel limite del possibile, di chiudere.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)