Nel mio ultimo editoriale ho scritto che non siamo dentro a Brembo e che non ci ho creduto.
La prima cosa è falsa la seconda è vera.
Brembo brilla nel nostro portafoglio da un bel pezzo. Quello che i lettori non sanno è che ogni volta che diamo un buy sull'Italia, dove il nostro modello è molto smorto relativamente alle performance future dei titoli, è un dramma. L'Italia fronteggia un rischio colossale e chiedersi quale titolo comprare domattina è come se il condannato a morte si preoccupasse di non essersi fatto la barba. Con questo spirito affrontiamo ogni giorno il mercato italiano e ogni buy che diamo non è certo dato a cuor leggero: se siamo ancora qui dopo 16 anni (sembra ieri che abbiamo festeggiato il decennale) è perché in ogni raccomandazione ci mettiamo il cuore … e quando scatta lo stop loss brucia più che toccasse a noi. E quando guadagniamo ce ne dimentichiamo subito perché pensiamo al titolo successivo.
Dunque Brembo non la volevo comprare, esitavo, perché è un industriale e comprare un titolo industriale oggi in Italia ci vuole un matto. Brembo non è Yoox, Salvatore Ferragamo, Banca Generali, etc. etc. … è un titolo pienamente industriale … intensamente industriale … profondamente industriale. E che ci fa l'industria in Italia oggi anno domini 2013 ?
Ecco perché io parlandone mille volte con il fidato Sandro Mancini che gestisce la sala operativa alla fine … ci siamo confusi …. o meglio lui più bravo di me ha superato le mie angosce e ha dato il buy. E così anche se io ho sotto il naso il portafoglio quando scrivo Brembo per me non è mai nel cuore.
Per fortuna è nel portafoglio dei lettori, quindi bene così.