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BCE: riunione di Febbraio


La riunione della BCE di ieri si è conclusa senza grosse novità. Ancora una volta, però, la retorica di Draghi ha avuto un ruolo decisivo sui mercati diffondendo ottimismo sulla volontà della BCE di mantenere accomodante la politica monetaria.
Nostra opinione è che la BCE, al di là delle parole, non adotterà nuove misure di policy.

Draghi ha ribadito che la BCE presterà "particolare attenzione ai cambiamenti sul mercato monetario ed al possibile impatto sulla stance di politica monetaria che rimarrà accomodante con il full allotment". Queste dichiarazioni di Draghi non necessariamente aprono la strada a nuove mosse di policy. Draghi, inoltre, conferma ancora una volta che la BCE rimane pronta a fornire liquidità illimitata alle banche, ma questo obiettivo in realtà è già garantito dall'assegnazione piena alle aste di rifinanziamento.
Mario Draghi ha indicato come soglia per i tassi di mercato monetario un eccesso di liquidità sistemica al di sopra dei 200 miliardi. In ogni caso, secondo le stime della BCE non si dovrebbe scendere al di sotto di tale livello anche con lo storno di fondi dalla seconda asta triennale.
Pensiamo che non sia affatto scontato che, con un eccesso di riserve al di sotto dei 200 miliardi, si veda un rialzo duraturo dei tassi di mercato monetario, dal momento che prevarrebbero opportunità di arbitraggio fin quando rimane in essere il meccanismo d'asta ad assegnazione piena.
Parlando degli istituti di credito che hanno restituito fondi, Draghi ha osservato che ancora persiste una notevole frammentazione sulla base della dimensione delle banche con la conseguenza ovvia che le realtà di minore spessore continuano ad avere maggiori difficoltà di accesso al mercato.
Circa la possibilità di un intervento sui tassi di policy per mantenere accomodante la stance di politica monetaria, Draghi ha ribadito che la BCE non esclude un tasso sui depositi in territorio negativo.

Dalla riunione emerge una valutazione complessiva dello scenario macro Euro invariata rispetto ad un mese fa: la debolezza ciclica che ha interessato la zona euro nella seconda metà del 2012 si estenderà anche alla prima parte di quest'anno, ma non più a tutto il 2013, come precedentemente indicato.

La BCE prende atto, dunque, dei segnali di stabilizzazione del ciclo sia pure su livelli modesti e nota che la politica monetaria accomodante contribuirà ad un ritorno alla crescita dell'area nel corso del 2013. I rischi per la crescita rimangono ancora verso il basso, ma rispetto ad un mese fa il comunicato fa riferimento esplicitamente a sorpresa verso il basso dalla domanda interna e dall'export. L'impatto sulla crescita dell'apprezzamento del cambio da fine luglio dovrebbe essere stato controbilanciato dal calo dei rendimenti obbligazionari, dal recupero dei corsi azionari ed in generale da condizioni finanziarie più distese. Mentre l'apprezzamento del cambio potrebbe, tramite un calo dei prezzi all'import e dei prezzi alla produzione, esercitare pressioni verso il basso sui prezzi interni.

Il comunicato difatti nota che tra i fattori di rischio per la stabilità dei prezzi vi è ora il tasso di cambio. In ogni modo, con una politica monetaria accomodante i rischi per la stabilità dei prezzi dovrebbero rimanere bilanciati. Nel corso della conferenza stampa, Draghi ha indicato che il cambio è uno dei fattori che la BCE prende in considerazione nella valutazione dei rischi per lo scenario macro e la stabilità dei prezzi e che, per il momento, il cambio non è lontano dalla media storica. Queste considerazioni di Draghi sul cambio hanno dato luogo ad un movimento di correzione dell'euro di oltre una figura a 1,3412 a fine conferenza stampa.

In ultimo Draghi si è rifiutato di rispondere alle pressanti domande che chiedevano un suo commento su quanto concordato dal Governo irlandese e dalla Banca centrale sulla ristrutturazione di Anglo Irish Bank.

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