Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

La Borsa chiude il 2013 nel segno del lusso


Al via l'unica matricola (ad esclusione dell'AIM) dell'anno.
Già 2 anni fa era pronta per l'OPV ma ostavano allora le condizioni del mercato che ora sembrano molto più favorevoli non solo per i mercati azionari globali ma anche per il settore del lusso reduce dai successi di Prada e Cucinelli.
Da quando l'a.d. e direttore creativo Remo Ruffini l'ha rilevato dal fallimento 10 anni fa questo brand, simbolo dei piumini invernali, ha fatto tanta strada fino ad oggi e può senz'altro definirsi una storia di successo.

La commercializzazione si serve di 122 monomarca (di cui 98 per il retail) e si punta a triplicarli entro 3 anni.

Attualmente i ricavi sono concentrati per i ¾ all'estero e la commercializzazione è sempre più affidata ai monomarca (canale retail ora al 51%) a scapito del wholesale per cui la filosofia aziendale parla di selettività (plurimarca, shop in shop o reti di franchising). Moncler simboleggia i piumini e difatti i prodotti invernali costituiscono l'80% dei ricavi anche se è programmato l'allargamento della gamma negli accessori, tra cui una joint venture con Allison negli occhiali. Consolidare un marchio è imprescindibile nel luxury perciò la società spende il 7,5% del fatturato in pubblicità. La produzione è affidata a terzisti dell'est Europa, salvo l'alta gamma, mentre la divisione sportiva (con 110 mln di fatturato) è stata venduta.

L'EBITDA è pari al 33%, un livello soddisfacente migliorato con la diversificazione e con una migliore gestione del circolante e si accompagna ad un ottimo 44% di Roe. L'indebitamento finanziario netto si conferma in diminuzione a 242 mln, a livelli comunque notabili il rapporto D/E attorno all'unità. L'offerta è riservata per il 90% agli istituzionali (che pare l'abbiano già coperta per due volte e mezza) e per un minimo del 10% al pubblico ed è stata congegnata per fornire una way out parziale ai soci finanziari, i fondi di private equity Eurazeo, Carlyle e Mittel (che resteranno rispettivamente col 23%, 7% e 1% con il consueto obbligo di lockup semestrale). Faranno parte del prossimo board, tra gli altri, Nerio Alessandri, Marco De Benedetti e Alessandro Benetton. Tali soci costituiranno un patto parasociale (scadente ad ottobre del 2016) con Ruffini (che non venderà nulla) che sindacherà le quote residue ammontanti a circa il 60%, il flottante sarà di circa il 30%.

Per quanto riguarda la valutazione il rapporto EV/EBITDA è compreso tra 15,1 e 17,3, quello PE tra 26,5 e 31, livelli un po' più generosi dei concorrenti, specie dell'inarrivabile Cucinelli (36,6 e 68,7).

Nel complesso è consigliabile la sottoscrizione nell'ipotesi che il prezzo sia posto nella parte bassa della forchetta.

DATI DI BILANCIO
in sintesi secondo gli IFRS (importi in mln di euro)

STATO PATRIMONIALE

CONTO ECONOMICO

PRO:
potenzialità brand, management, diversificazione programmata, forchetta non elevata, momento positivo del mercato

CONTRO:
operazione finanziaria

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