C'è una macchia- finora-nel nostro portafoglio pluriannuale del lombardreport.com
Un consiglio di acquisto su Autostrade Meridionali(un titolo che alla fine degli anni '90 gia' aveva dato ottime soddisfazioni) giustificato dal fatto che sia in caso di rinnovo della concessione scaduta il 1 gennaio 2013 sia in caso di intervento di un altro concessionario l'azionista di minoranza avrebbe guadagnato,visto che sia il rimborso del subentrante che il patrimonio giustificavano una quotazione molto piu' elevata e facilmente calcolabile.
Il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo che riempiva mezza pagina mesi fa segnalando questa occasione,dopo che noi ne avevamo parlato qualche mese prima su queste colonne. Ma stranamente,nonostante un turbinoso giro di trattazioni,la quotazione non era salita quel giorno oltre 18,36 euro,nonostante che-lo ripetiamo- i facili calcoli provano la sottovalutazione- Una mano pesantissima vendeva ed era intenzionata a tener bassa la quotazione.
E' nel frattempo intervenuta la burocrazia che non ha ancora formalizzato l'asta del il rinnovo. Per le Autme poco male:in fin dei conti proseguono nella gestione ordinaria e quest'anno probabilmente guadagneranno di piu' perché forse non pagano le spese di concessione.
Questa situazione anomala ha spinto l'on Tino Iannuzzi l'11 ottobre a proporre alla Camera una interrogazione per cercare di sollecitare la burocrazia.Infatti,in mancanza di una regolare concessione,vengono anche congelati i lavori straordinari. In una regione che non brilla per gli occupati levare una possibile fonte di impiego non è la piu' valida mossa….
Ma quanto succede sulle Autme con scambi a singhiozzo molto forti, talora di 12.000 pezzi,poi apatia,poi sbalzi su e giu' per altri 8000 pezzi non sembra comprensibile.A meno che sotto non ci sia un certo disegno. Disegno che potrebbe essere quello evidenziato da Alessio Gemma su Repubblica.
L' 11 ottobre,pochi giorni fa,infatti la Repubblica ha pubblicato un articolo (facilmente ritrovabile nell'archivio di Repubblica, nel quale anticipa la probabile vendita del 5% detenuto dalla Provincia nel capitale e riporta le durissime critiche nel Consiglio per tale decisione.Il consigliere Enrico Flauto si oppone ricordando testualmente nel pezzo "in base ai meccanismi di appalto le quote dovrebbero comunque raddoppiare il loro valore"
Nel suddetto articolo,che consigliamo ai lettori, tre consiglieri Ascione, Flauto e Marano dichiarano testualmente " Se proprio l'amministrazione provinciale vuole alienare le azioni che possiede nella societa' allora le proponga in vendita al prezzo di 60 euro ognuna,disponendo altresì che ciascun investitore non possa acquistarne piu' di cento per evitare speculazioni." Una provocazione cha nasce,proseguiamo,dalla bassa quotazione,bloccata tra 15 e 16 euro da mesi."Ragionare su questi numeri-aggiunge Flauto nell'articolo-significherebbe infatti affermare che la societa' vale complessivamente 70 milioni mentre il suo valore reale e' di almeno 200 milioni.Il valore della partecipazione e' destinato in ogni caso a diventare quasi il doppio"
Ci spiace che la burocrazia abbia fermato dopo una trentina di suggerimenti positivi la dinamica di questa societa'. Prima la burocrazia che non prosegue nell'asta pur essendo la concessione scaduta da 10 mesi, poi la Provincia che terrorizza il mercato vendendo il 5%,come scritto da La Repubblica.
L'unica nota molto positiva e' che le cifre riportate sul valore della societa' giustificano ampiamente l'attesa forzata
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)