Situazione gravissima e totalmente ignorata da Bruxelles e da Roma.
Le svalutazioni competitive aumentano. Dopo Gran Bretagna, USA (cui è praticamente legata anche la Cina) e Svizzera è il turno del Giappone.
In poche settimane la valuta nipponica è crollata del 20% abbondante contro euro.
Questo vuol dire che le auto fabbricate oggi in Giappone potrebbero essere vendute in Europa tra pochi mesi con sconti fino al 20%. E come le auto una valanga di altri prodotti.
Le cose non vanno meglio per le merci che fabbrichiamo in Europa e sono anche prodotte in USA. Con una svalutazione del 10% del dollaro gli importatori avranno molto lavoro….e i nostri operai europei rimarranno disoccupati
Roma non discute di questa gravissima guerra valutaria. Sindacati e politici sono alle prese con le elezioni e pensano ai vari accordi. Nessuno parla di questa guerra valutaria.
Roma deve invece intervenire duramente e subito su Bruxelles per intavolare una seria discussione con la BCE. Credo che anche la Germania sia preoccupata. Le AUDI e le Mercedes che manda in Giappone costano oltre il 20% più di due mesi fà. Chi le comprerà?. I tassi europei, come prima facile mossa, devono essere azzerati. E la fantasia di Draghi, deve inoltre partorire altre proposte per evitare di vedere yen e dollari ancora più giù e cortei di disoccupati nelle piazze europee.
La moneta più forte (euro) è quella che ha i Paesi più in crisi. Se la rivalutazione dell'euro proseguirà la crisi diventerà incontrollabile.
Tutti svalutano, meno la BCE. In questa guerra gravissima valutaria si svaluta perciò contro l'oro. Una magra soddisfazione per chi ha puntato sul metallo giallo che svetta da anni come unica valuta internazionale esente da svalutazioni competitive.
Se vogliamo che le nostre industrie tornino a funzionare bisogna urgentemente svegliare la BCE. Speriamo che qualche alto dirigente governativo, dimenticando le discussioni sulle alleanze future, contatti i nostri partner europei per stabilire le contromosse.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)