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L'espansione degli ETC continua


Organizzato da Massimo Siano di Etf securities (la società leader nella quotazione di ETC, cioè Etf sulle commodities) si è svolta la seconda edizione della conferenza delle commodities, una manifestazione particolarmente riuscita anche per la possibilità di interazione digitale coi relatori.

Tra le commodities particolarmente buone le prospettive del palladio e dei cereali, più in difficoltà il platino in difficoltà per le agitazioni del personale in Sud Africa. Sempre negativo il gas naturale schiacciato dal fenomeno shale gas, il gas ottenuto col fracking delle rocce. Ma i riflettori si poseranno, non appena il ciclo economico volgerà al bello, su quelle più sensibili al ciclo: rame e metalli industriali. Segni del miglioramento economico non mancano: l'arresto del tracollo dei prezzi immobiliari in USA, la Cina migliora, i tassi d'interesse resteranno bassi.

Il destino dell'oro resta quello di rifugio per gli shock estremi: scenari negativi sul debiti sovrani, guerre in M Oriente. L'oro è stata l'asset class più redditizia dell'ultimo decennio con un rendimento del 14% annuo sostenuto pesantemente dalla domanda innescata da India (le cui famiglie specie nel mondo rurale sono le massime detentrici del metallo prezioso visto come protezione del risparmio e per la costituzione delle doti) e Cina (che contano per metà degli acquisti) e secondo Marcus Grubb di World Gold Council sarà ancora interessante nel futuro e ciò sia per le perturbazioni socio-economiche che per la diminuzione della produzione. Un altro atout importante è che l'oro non ha grandi correlazioni con le altre asset class. Le azioni aurifere però hanno dimostrato di sovraperformare l'oro.
Quanto all'argento è certamente più dipendente dall'economia che un bene rifugio infatti oltre metà della sua produzione è impiegata per usi industriali.

Molto apprezzate a conclusione del convegno le considerazioni del prof. Vaciago che vertevano sia su considerazioni macroeconomiche che sul sistema paese. Vaciago vede due superpotenze mondiali nel manifatturiero Germania e Cina complementari tra loro in quanto appartenenti alla stessa filiera, su quest'ultima ritiene che vi sia stato un rallentamento guidato per evitare un surriscaldamento dell'economia. Gli States, pur con le incertezze relative al debito pubblico, sono in ripresa e mantengono pur sempre un tasso di disoccupazione basso attorno al 7% un aumento del PIL buono sul 3%.

Sull'Italia secondo Vaciago in mancanza di crescita (e di inflazione a due cifre) per abbattere il debito pubblico è necessaria molta pazienza, la vendita dei beni immobili necessitano di troppo tempo. A livello di tessuto economico sempre più aziende saranno preda di stranieri (europei o orientali) i tedeschi si muoveranno nel campo più competitivo del manifatturiero in cui sono il benchmark del mondo, mentre i francesi si accontenteranno di appiccicare il loro tricolore sulle placide utilities con ricavi regolati

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