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2012 da record: Azimut resta sinonimo di qualità


Che un titolo dal suo ingresso in borsa abbia fatto +207% contro il -40% del listino sia ignorato non desta meraviglia in un paese in cui vengono utilizzati criteri di selezione di tutti i tipi purché non siano meritocratici.

Nel 75% di flottante (a parte il 25% detenuto da Timone, holding di riferimento dei dipendenti azionisti, tra cui Giuliani che ha l'1,4% in termini assoluti) infatti solo il 4% è detenuto da italiani mentre il 96% in gran parte da americani, inglesi, europei. Il 2012 è stato per la società un anno record per raccolta, posizione finanziaria netta e ricavi, inoltre prosegue l'espansione all'estero, dopo la Turchia si guarda al Brasile, al Sudafrica ed alla Russia insomma "dove ci sono ricchi che hanno bisogno di noi" come dice Pietro Giuliani che di Azimut è il simbolo. Un personaggio quest'ultimo molto atipico in un'industria quasi fallimentare come quella nazionale del risparmio gestito (milionesimo esempio di opportunità sprecata per i soliti viziacci italici), dove gente credibile e valida si conta sulle dita di metà mano.

Giuliani infatti è uno che parla chiaro dice in pochi minuti con chiarezza quello che per altri necessitano 2 ore, esprime concetti pesanti senza perdersi in chiacchiere inutili e senza uno smodato uso dell'inglese. Soprattutto Giuliani ha l'abitudine di dire cose che poi vengono puntualmente realizzate e di fare analisi profonde che riguardano anche il sistema Paese che avvertono la drammaticità degli sconquassi senza rinunciare a una risposta positiva (cioè un prodotto fatto bene che risponde a delle esigenze vere), un personaggio molto positivo (si potrebbe sfruttarlo per la pubblicità) da cui moltissimi dovrebbero imparare per le sue doti non comuni di comunicabilità molto anglosassoni così distanti dalle solite incomprensibili ritualità dei suoi colleghi italiani.

La grande forza di Azimut è quella di fare ottimi prodotti ma tratta pure fondi di terzi (14 case di investimenti). Nel 2012 ha ampliato molto la sua gamma di prodotti: 52 fondi, 10 linee di gpm, 2 hedge funds, 28 unit linked e 4 fondi pensioni. Punta per il 2014 a raggiungere 27 miliardi di attività in gestione, anche tramite acquisizioni. Anche per la divisione wealth management che cura il private banking del gruppo può dire missione compiuta, dopo 3 anni ha 2,5 mrd di gestito con 122 wealth manager, l'obiettivo è raddoppiare entro 3 anni, la rete resta sempre la solita corazzata di 1.400 persone appena reduce dalla convention di Cannes, poi qui gente di qualità che vuole entrare non manca mai.

Sergio Sacchi

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