I soldi si fanno quando il sangue scorre sotto i ponti diceva il barone Rothschild. E' un po' la regola contraria all'analisi tecnica classica "mai comprare quando il coltello sta ancora cadendo", tuttavia alle volte, in certe condizioni, bisogna essere in grado di andare contro corrente e lì, se l'analisi è stata fatta correttamente, i soldi sono assicurati.
L'esempio pratico lo abbiamo avuto venerdì 29 giugno con il Btp a 5 anni (scadenza giugno 2017) che rendeva il 6% e su queste colonne si era suggerito l'acquisto. Per chi l'ha acquistato a 95.10 segnalo che a distanza di 4 giorni il Btp è arrivato a quotare alla parità (+5,1% in 4 giorni non male) mentre oggi lo troviamo intorno a 97.90 che equivale ad un onesto +2.9% lordo in 8 giorni, non male per un Btp con scadenza 5 anni e duration al 4.3.
Per il proseguo vediamo se i nostri indicatori di rischio possono darci qualche ulteriore aiuto.
Crb, S&P e NzdUsd ci segnalano ancora risk on mentre UsdJpy non ci sta dando particolari indicazioni. Aggiungiamo al quadro tecnico anche i seguenti indici:
Partendo dal primo, l'U.S. Economic Surprise Index di Citigroup, si segnala che l'indicatore ha smesso di scendere ma non ci sta ancora dando segnali di risk on. Stesso discorso per l'ECRI (leading indicator dell'economia Usa) e per il ratio Corporate/Governativi. Il Fischer-Gartman Index (indice costruito su un mix di posizioni long e short che riflettono le dinamiche di risk on o risk off), invece, ci ha dato un chiaro segnale di Risk on!
Riassumendo gli 8 indicatori qui proposti: 4 indicatori ci segnalano risk on mentre altri 4 sono laterali, come dire i rischi non sono ancora tutti passati ma un rimbalzo degli asset a rischio può essere ancora possibile.
Morale: se i Btp a 5 anni ritorneranno al 6% un altro buy ci può stare, nel frattempo godiamoci questo mini rally e restiamo ancora lunghi di Ftsemib finchè non avremo nuovi segnali negativi dai nostri indicatori, eventuale stop loss sempre al di sotto dei minimi di periodo
scanso equivoci.