Virginio Frigieri contro caffé Segafredo


Questa volta il nostro Virginio Frigieri se l'è presa con la Segafredo: vediamo il botta e risposta

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…hanno ucciso l'uomo ragno!…

 

a metà del 2001 il caffè quotava in borsa oltre 1$ alla libra…

Quest'anno complice un raccolto eccezionale, il prezzo del caffè è crollato a meno di 50  centesimi alla libra…

In compenso con la scusa dell'euro, i Bar che nella mia città hanno mantenuto fermo il prezzo della tazzina a 83 cent, sono autentiche mosche bianche e il prezzo della tazzina, veleggia ormai tra gli 88 e i 90 cent. alla tazzina!… tanto che la pubblicità della vostra concorrenza, in questo momento… è la più azzeccata, ?90 centesimi!… e chisselo scorda!!…?

Le statistiche ci dicono poi che a livello mondiale si rileva una contrazione di consumi tra il 2001 e il 2002 di oltre 9 punti percentuali… che dovrebbe pur far riflettere qualche Top Manager o alto dirigente, perché qualcosa vorrà pur dire quel dato!…

 

Un coglione ingenuo come me potrebbe pensare che di fronte a un andamento da '29 della materia prima, la tazzina dovrebbe ritornare quanto prima fra i 75 e gli 80 centesimi… e invece a riprova che sono un coglione, la tazzina sale… sempre più in alto come quella famosa Grappa…

 

Ora il problema è che io vorrei pure incazzarmi e andare a RAI tre da Marrazzo ma non so se convocare i Produttori di caffè (cioè Voi) o l'associazione dei Baristi…

In pratica non si capisce, in Italia, se siete Voi che non calare le braghe nemmeno di un centimetro pur avendone tutto lo spazio e il margine, o se Voi avete diminuito e sono i Baristi che non riuscendo ad infilare il 6 al Super enalotto, pretendono di arricchirsi spennando il povero Frigieri che a caffè e tabacco è messo peggio di un tossico dipendente.

 

Se la colpa fosse dei baristi, io che sono un ottimo provocatore, mi divertirei un sacco ad andare per BAR, ?alla AMICI MIEI? ad ordinare caffè e prima di berli chiedere il prezzo e poi lasciarglielo sul banco dandogli degli stronzi….. invece non sapendo come stanno le cose, l'unica cosa che ho potuto fare finora, è di ridurre ad una sola tazzina al giorno il mio consumo di caffè…

..certo se continua ad aumentare andremo tranquillamente a zero, perchè se ci disintossica dall'eroina, vi garantisco che ci si disintossica anche dal caffè…meditate gente meditate…

 

Visti i miliardi che buttate in spot televisivi, consiglierei per concludere, qualche spicciolo, per una maggiore informativa al consumatore finale…

Insomma se la colpa è solo dei Baristi ditecelo!!

 

cordialmente saluto

Virginio Frigieri

 

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Egregio Signor Frigieri,

abbiamo letto con grande attenzione la sua e-mail e ci sembra doveroso risponderle immediatamente.

Preferiamo evitare di utilizzare il termine "colpa" degli uni o degli altri, quanto piuttosto ci preme cercare di darle alcune informazioni che possono essere utili alle sue considerazioni.

Solitamente i non addetti ai lavori compiono un errore fondamentale che lei ha invece ben colto: collegare il costo della materia prima al costo della tazzina nei bar. Infatti:

  • Il costo della tazzina è il prezzo di un servizio, soltanto in minima parte correlato al costo della materia prima. Sarebbe come paragonare il costo di un piatto di pasta in un ristorante di lusso con il costo del grano del Tavoliere delle Puglie. Crediamo che questo esempio illustri molto bene l'errore di partenza: il costo del grano del Tavoliere delle Puglie potrebbe venire al limite confrontato col costo della pasta presso un supermercato, così come il costo del caffè crudo potrebbe al limite venire paragonato al costo del caffè presso un supermercato. E a questo proposito, la progressiva diminuzione del costo del caffè al supermercato è nota a tutti, malgrado la crescente inflazione, con un prezzo di listino pressochè invariato negli ultimi 5 anni, a fronte di promozioni, sconti, i 3×2 ecc. sempre più frequenti.

  • Per quanto riguarda il costo della materia prima, non si deve poi fare riferimento alla sola quotazione riportata sui quotidiani: quello è il prezzo di riferimento. Nella realtà le aziende di produzione del caffè comperano il caffè crudo dagli operatori, e questo significa molteplici costi incrementativi: premi, costi di trasporto dal paese di origine fino ai nostri mercati, oneri finanziari e assicurativi, dogana, ecc.

  • Il caffè crudo è quotato in borsa. Come tale ha un prezzo aleatorio, influenzato dal rischio di borsa: succede di effettuare acquisti ad un prezzo elevato che poi repentinemente crolla.

  • Per completezza di informazione, occorre comunque considerare che sul costo della tazzina al bar occorre togliere il 19% di Iva.

  • Da ultimo, il prezzo medio di vendita del nostro caffè in Italia è sceso dell'1,5% nel corso del 2002, attestandosi su circa 7 euro al kilo.
  • Inoltre, ci permetta una aggiunta su cui in effetti Segafredo Zanetti non è solita spendere molte parole ma agire concretamente nei fatti: la nostra azienda da anni investe in infrastutture e ristrutturazioni in paesi bisognosi e per consentire condizioni di lavoro basate su standard "occidentali" a persone che altrimenti non avrebbero di che vivere o che sarebbero costrette a vivere in condizioni di tutt'altro tipo.

    Ne è l'esempio la coltivazione del Gruppo in Brasile nella regione del Minas Gerais, oggetto di una puntata della trasmissione di Raiuno "Linea Verde" del 20 maggio 2001 e di successiva replica, durante la quale il Presidente Dr. Massimo Zanetti non ha mai voluto che il nome Segafredo comparisse in alcun modo nella trasmissione, perchè unica intenzione era celebrare questi mondi per i quali da sempre nutre profondi sentimenti di passione ed amore.

    Rimanendo a disposizione per chiarimenti e ringraziandola per l'attenzione, porgiamo cordiali saluti.

    Segafredo Zanetti S.p.A

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