Via l'ignoranza finanziaria a colpi di legge.


Invito tutti i gentili lettori a dare uno sguardo al seguente articolo di Farrell a riguardo dell'intenzione da parte degli USA di favorire la cultura finanziaria tra gli investitori e titolato: "Can Congress outlaw illiteracy?10 reasons why investors prefer being ignorant".

http://cbs.marketwatch.com/news/story.asp?guid={C7CEE222-435B-4433-B73A-08C193D2907E}&siteid=mktw&dist=nwhpf&archive=true

Sotto certi aspetti quasi comico, l'articolo mi sembra sotto molti punti di vista tendezioso e teso alla promozione dello stile di investimento passivo dei fondi comuni. Per il resto, a Farrell viene da rispondere con una domanda, ovvero: "Come è possibile trasmettere a milioni di persone, magari al dopo lavoro ferroviario, quale modalità di investimento dei suoi capitali sia oggettivamente preferibile?". Personalmente, in tutti quest anni di borsa tra cui diverso tempo speso a consultare e capire parte dei working papers svolti da illustri docenti e personaggi internazionali, ho visto continue tesi e antitesi supportate da validi dati empirici a favore e sfavore dell'uno o dell'altro approccio basato su serie storiche. Ci sono analisi più autorevoli e affidabili e altre meno, ma non è facile distinguerle. Inoltre, le tecniche e gli studi sono nel suo insieme così vasti che non basterebbero 10 anni per valutarli tutti oggettivamente.

Secondo il mio modesto parere, l'unica cosa che resta da insegnare alle persone è fargli capire cosa siano gli strumenti su cui investono e i potenziali pericoli in cui incorrono, dopodiché sarà il libero mercato a fare selezione e favorire l'adozione di netiquette o certificati di qualità per advisor e fondi.

(articolo di Sandro Mancini)

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