Un sistema è un sistema. Su questo credo che tutti ne convengano. Se il suoscopo è quello di battere la roulette, i mercati, o vincere a testa o croce,è poi una questione di obiettivi. Ma i caratteri che deve avere un sistemanon possono che risultare universali. Mi spiego con qualche esempio. Testa ocroce è il gioco matematicamente più corretto, al 100%. Non vi sono 'tassesullo zero' da pagare come nella roulette, nè trattenute da parte delloStato come nel lotto o nel totocalcio. Si tira una moneta e al 100% vienetesta o croce. Si vince o si perde, ma con uguale possibilità, tutta laposta. Un sistema possibile è giocare sempre una delle due chance. Chi giocasempre testa, applica un insieme di parametri. In questo caso ve n'è uno,semplice semplice: mettere la posta sul piatto e urlare 'Testa!' ogni voltache si tira la moneta. Questo è un sistema, per quanto possa risultare rozzoe inadeguato. Ne possiede le caratteristiche, cioè può essere applicato dachiunque, anche da chi non ne conosce i meccanismi che lo regolano. Puòessere stato inventato da un ubriaco, oppure da un premio Nobel che vi haapplicato in infiniti test le più moderne teorie sul caos, i frattali o leinfluenze planetarie… però resta giocabile anche da un deficiente, ilquale deve soltanto attenersi alla regola. Che poi sia inadeguato, come hodetto prima, è una vera e propria contraddizione. Sì, perchè questo sistemaè al momento l'unico che sia sicuramente vincente nel lungo periodo.Vedo già qualcuno storcere il naso, e allora sposto il modello di studioalla roulette. E' un dato incontrovertibile che in un numero di boules(palline lanciate, o giri di roulette, chiamatelo come volete) prossimoall'infinito il rapporto tra chances semplici è sempre in equilibrio. Omeglio, lo sarebbe se non vi fosse lo zero, che qui non trattiamo percomodità, ma che sappiamo essere il vantaggio del banco. Su 100 miliardi diboules, 50 miliardi di volte circa uscirà il nero o il dispari, altrettanteil rosso. Entrambe meno 1/37, cioè la possibilità che venga fuori lo zero.L'equilibrio è come un magnete che attrae invariabilmente verso quell'unicolivello, in cui rosso e nero appunto si equivalgono. Ecco allora cheidealmente tutti gli scarti, per quanto anomali, produrranno una forzaeguale e contraria. Questo, va detto subito, in teoria e nel lungo periodo.Come abbiamo visto nel precedente intervento, è successo che una chancesemplice sia uscita nell'osservazione di una permanenza (serie di tiri)sufficientemente lunga anche 21 volte di fila – numero non casuale: è ildispari, rilevato nell'arco di due anni al tavolo numero 1 del casinò diAmburgo, mentre il nero per chi non avesse letto il primo articolo è venutofuori 19 volte consecutivamente.Per battere la roulette quindi la ricetta è semplice: basta disporre ditempo e di un capitale consistente, raddoppiando sempre la massa giocata suuna chance semplice. Chi anche fosse stato colpito da una sfigainenarrabile, cioè abbia giocato 'contro' la ruota proprio iniziando daquell'incredibile serie, avrebbe comunque sempre chiuso in attivo. Sarebbebastato nel caso peggiore arrivare a giocarsi 2 alla ventiduesima fiches(4.194.304 se la mia calcolatrice funziona) per recuperarne una. Anche il'caso limite' sarebbe stato sconfitto, passando sopra pure allo zero, chesarebbe ininfluente: chi se ne frega se dopo 21 tiri esce per – poniamo – 5volte consecutive lo zero. Basterà soltanto continuare a giocare. Ma le caseda gioco, che lo sanno, hanno messo una semplice diga, imponendo un massimogiocabile e il divieto di cumulare le puntate tra più giocatori. Fine corsa,quindi. Non serve a nulla sapere che nel lunghissimo periodo avremmo sempreragione, perchè tecnicamente è un dato che non ci aiuta ai fini pratici: nonè giocabile. Il dato di fatto è che nel breve periodo possono esserci degliscarti enormi, contro cui il giocatore 'ostinato' andrebbe in bancarotta.Torniamo al sistema sul testa o croce. Alla fine, raddoppiando sempre laposta e venendo pagati in proporzione (gioco 1, se vinco porto via 1+1,ovviamente) a lungo andare saremmo sempre vincenti. Perchè prima o poiuscirà sempre la chance che noi abbiamo giocato. Il problemone è ildraw-down, per usare termini a noi più vicini: chi è disposto ad arrivare agiocare un miliardo, con la prospettiva di doversene poi giocare 2 o peggio4 per vincere un euro? Ecco allora che il sistema di chiamare sempre 'testa'è vincente, ma difficilmente applicabile (anche perchè, per inciso, a testao croce non si gioca, che io sappia…). Trasportando il concetto allaroulette, il sistema non è applicabile per le regole della casa.Un sistema quindi deve avere certe caratteristiche: la possibilità ditestarlo, l'applicabilità, il riscontro del fatto che dia benefici teorici.Temi che approfondiremo.Stefano Budriesi
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