Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Tutti dicono che deve scendere ma...


quello che tutti pensano non si realizza mai esattamente. Chiaramente in questa fase tutti pensano che assisteremo ad una pesante chiusura negativa sotto i colpi delle prese di profitto USA proprio come nella giornata in cui il primo si agli ispettori portò gli indici a 25000 per poi farli chiudere a 24000. La recente esperienza insegna che i gap vengono sempre richiusi  ma giunti a questi prezzi ed essendo nel mese di ottobre sarei più cauto nello shortare ad occhi chiusi questo mercato. Questa mattina si sono visti anche dei buoni acquisti da parte di fondi e gestioni su alcune blue chips e visto che il premio di una eventuale discesa sarebbe un ritorno immediato a 21000 c'è tempo per mettersi al ribasso. Il rischio downside inizia infatti ad essere inferiore a quello upside. Ovvero se il mercato parte sorprende molti forse troppi e comunque tutti coloro che shortano perchè deve scendere.    Senza contare poi quelli che rimarrebbero negativi per il gap apertosi sugli indici cash e quelli che aspettano nuovi minimi quasi fosse un dogma.

Personalmente non penso che ci sarà una guerra così come tutti la immaginiamo. Gli USA devono cercare solo una via d'uscita per non perdere la faccia e l'accesso ai palazzi presidenziali sarà molto probabilmente garantito, per cui non potranno attaccare. Non escludo operazioni stile teste di cuoio ma senza una guerra su grande scala, il P/E del SP che ora è a 16 ripartirebbe molto velocemente verso 24, suo valore medio storico.

Poi se si guarda l'obbligazionario si vedrà che il BTP trentennale è oltre 100 (cosa mai accaduto nei ribassi di giugno e luglio) e ogni volta che è salito sopra 100 è ripiombato giù molto velocemente per una contestuale ripresa dell'azionario. Già oggi ha perso una figura e mezzo rispetto a ieri. Insomma cari lettori la finestra temporale attuale potrebbe riservare qualche sorpresa ed io preferisco interpretare le fasi di debolezza come occasioni di accumulo.

Articolo di Sandro Mancini.
L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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