Swing trading: presentazione


 

Sono Edoardo Ciotti, ho 35 anni e dal primo gennaio 2003 faccio il trader di professione.

 

Nella vita precedente ? e quindi fino all'anno scorso ? facevo il consulente direzionale.

Il termine, invero un po' vago, identifica quegli esseri che, al soldo di società di consulting più o meno prestigiose, si annidano nelle organizzazioni di grandi aziende clienti e riescono a farsi pagare per dare consigli su come ridurre i costi piuttosto che aumentare i ricavi o i margini attinenti a determinati rami di attività.

Naturalmente, quando poi quei consigli si tratta di metterli in pratica, i consulenti di management scappano a gambe levate oppure, nella migliore delle ipotesi,  ti vendono un altro progetto con il quale ti daranno dei consigli su come implementare i consigli precedenti.

Ma questa è un'altra storia.

 

Per farla breve negli ultimi cinque anni (1997-2002) ho lavorato in America Latina per Consiel, ed ho avuto come clienti quasi tutte le partecipate SudAmericane e CentroAmericane di Telecom Italia.

 

Il tarlo della borsa mi consuma da tanto tempo, fin dai primi anni dell'università.

Allora avere Metastock e delle serie storiche di dati era come avere una Ferrari.

Io mi limitavo più modestamente a ricopiare a mano i dati del Sole24Ore in interminabili fogli excel (versione 2.0 se non ricordo male) per poi farci sopra delle analisi rudimentali con medie mobili. Con quelle analisi poi non ci facevo assolutamente nulla, in quanto da bravo studente non avevo neanche i soldi per piangere.

 

Poi il rush finale per conseguire la laurea in ingegneria meccanica e la rapida successione di eventi che caratterizza le prime esperienze lavorative avevano assopito il tarlo.

Fino a che, nel 1997, re-incontrai Emilio Tomasini.

 

Conoscevo il direttore di questo foglio da molto tempo ed avevo condiviso con lui alcune pagine della nostra tarda adolescenza sulle quali è bene stendere un velo di silenzio.

Mi disse – con entusiasmo e con i toni messianici a lui usuali – che aveva fondato una newsletter di borsa (allora via fax e via e-mail) e che aveva fatto della consulenza finanziaria il suo mestiere.

Mi indicò un paio di libri, dove prendere i dati, che programma di Analisi Tecnica usare e, soprattutto, mi fece omaggio del suo LombardReport.

 

Comprai tutto subito ed aprì un conto internet presso la prima banca che forniva un servizio di TOL.

Erano i tempi del New Deal di internet, il fuoco del grande toro covava sotto la cenere ed io avevo tutto: attrezzatura necessaria, Lombard Report, un po' di risparmi, tanto entusiasmo e tanta incoscienza giovanile.

 

Ben presto mi ritrovai a scaricare dati, analizzare grafici e mettere ordini di notte, guardare le quotazioni appena alzato (il  fuso orario era in ritardo di 4-6 ore rispetto all'Italia, a seconda di dove mi trovavo) e attaccarmi ad internet fra una riunione e l'altra.

Mi ricordo persino che in Entel Cuba (azienda telefonica di stato Cubana partecipata da Telecom Italia) – impresa nella quale gli accessi ad Internet sono pochissimi e controllati dai servizi segreti  - feci un tale casino che alla fine il Vice-President italiano mi permise di usare tutti i giorni il suo computer personale.

 

Poi agli inizi del 2002 la grande decisione: voglio fare il trader di mestiere.

Ma tutti i mercati del mondo erano in picchiata da due anni ed il mio Swing trading, esclusivamente al rialzo, aveva smesso di funzionare da un pezzo; non perdevo ma non guadagnavo neppure.

Prima di buttare al vento la mia professione e le credenziali acquisite dovevo capire se era possibile vivere esclusivamente di trading, in ogni condizione di mercato.

 

Ancora una volta fu il nostro direttore ad indirizzarmi: prima mi esortò a pensarci bene, ed in cuor suo mi avrà dato del matto, e poi mi disse: ?fai un corso con Giovanni Borsi ed uno con Remo Mariani, entrambi vivono di trading. Vedrai due stili completamente differenti e poi deciderai quale è la tua strada?.

 

Feci i due corsi nel maggio dell'anno scorso.

 

Nel primo ebbi l'opportunità di vedere uno scalping forsennato sui Covered Warrants, da cento eseguiti al giorno.

Nutro un grande rispetto ed una grande stima per Giovanni, ma capì subito che quella non era la mia strada.

Io afferravo che dovevo entrare quando lui era già uscito e se avessi provato ad imitare il suo stile – basato su velocità di calcolo, prontezza di riflessi ed una straordinaria broad vision (riesce a monitorare un numero molto elevato di tickers) – sarei finito alla neuro in capo a pochi mesi.

Giovanni cercò anche di spiegarmi quegli accrocchi incredibili che fa con le opzioni MIBO, ma io – vuoi per la lentezza del mio comprendonio, vuoi per la  breve durata del corso – non capì assolutamente nulla.

 

Il secondo corso durò una settimana.

Remo mi accolse in casa sua come un amico – cosa che normalmente non è inclusa nel prezzo di un corso – e mi mise a dormire nell'ufficio che aveva allestito per fare il trader.

 

Sembrava il Mission Control di Houston della NASA: tre computers, cinque schermi, HDSL e due UPS che probabilmente erano sufficienti ad alimentare il tutto durante un blackout di due giorni.

 

?Sai, se non dovessi riuscire nel trading non voglio avere la scusa della mancanza di mezzi?, mi disse, candido come una pasqua.

 

Il suo approccio mi piacque subito. Lui è un imprenditore che ha lasciato un attività per intraprenderne un'altra, quella di trader, ed ha affrontato gli investimenti che riteneva necessari.

Inoltre, più che uno stile di trading, la sua è una disciplina militare, estremamente tecnica e con poco spazio lasciato all'improvvisazione.

Quindi è consistente, basata su solidi principi e trasmissibile ad altri.

Non mi nascose nulla e cercò di insegnarmi tutto quello che sapeva; soprattutto – lui che aveva fatto il salto al trading professionale prima di me – mi diede le conferme che cercavo mostrandomi la sua equity curve ? praticamente una linea retta senza drawdowns – e le sue statistiche di Profit & Loss.

 

Inutile dire che per Remo nutro una stima ed un affetto che non so come definire, se non monumentali.

Da lui ho imparato moltissimo.  Ed imparo tuttora, visto che invece di crollare sotto il peso di quello che la vita gli ha riservato, riesce a inventare tecniche per battere il mercato compatibili con l'impegno ridotto che può dedicare.

 

Nella seconda metà del 2002 ho interrotto il rapporto di lavoro con la mia azienda e sono tornato in Europa, in compagnia della ragazza argentina che nel frattempo è diventata mia moglie e di nostra figlia.

 

Ho impiegato quasi sei mesi per avere la meglio sulla complicata logistica del trasloco intercontinentale e sono diventato operativo dal primo gennaio di quest' anno.

 

Il mio stile di trading   come si addice ad ogni beginner è in costante evoluzione, ma a grandi linee si divide in due filoni.

Il primo è il mio vecchio caro Swing trading – un po' riveduto e corretto sotto il profilo del money management e del controllo del rischio – che da marzo 2003 ha ripreso a funzionare.

E' quello che fino ad ora mi ha dato da mangiare ed intendo migliorarlo ed estenderlo ad altri mercati.

Il secondo è un trading Intraday basato sulle tecniche imparate da Mariani, che invero pratico con un grado di successo inferiore al suo.

Su quest'ultimo, che dovrebbe in futuro garantirmi un revenue stream anche in condizioni di mercato orso o di congestione, ho però investito meno energie nello sviluppo e nel miglioramento.

 

Qui finisce il profilo con il quale il direttore ha chiesto di presentarmi.

All'inizio guardavo la pagina bianca e non sapevo cosa scrivere ; poi, come sempre mi succede, è uscito un fiume.

 

Spero di non avervi annoiato.

Soprattutto, spero di dare un contributo positivo alla comunità che ruota intorno al LombardReport con gli articoli che scriverò.

 

 

 

Buon trading a tutti.

 

Edoardo Ciotti

 

 

 

 

 

 

 

 

(articolo di Sandro Mancini)

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