SPILAMBERTO. Una barista di 27 anni di origine rumena ma ora titolare di unbar in paese, in via Roncati, ha deciso per farsi pubblicità realizzando asuo spese un proprio calendario in cui appare decisamente senza veli. Lasua silhouette campeggia al centro delle pagine dove in basso sono posti igiorni dei mesi. Violetta, il nome della intraprendente barista.————————————————————————————————————————SPILAMBERTO. Fino a oggi non è ancora diventata una moda. Domani chissà.Magari la Violetta di Spilamberto passerà alla storia del costume peressere stata la prima barista d'Italia a spogliarsi per finire su uncalendario: il suo, con le fotografie fatte da chi se ne intende e stampatoa sue spese, come ripete, proprio in una tipografia del paese. Ma sì,mell'Italia del 2002, c'è spazio anche per lei.La silhouette di questa giovane rumena campeggia al centro delle paginedove c'è poco da leggere e molto da guardare. Ha rilevato un bar al centrodel paese, e la clientela è cambiata; al posto dei pensionati e dellabriscola del Caffè del Corso ora c'è il Bar della Felicità. Nientemalignità per favore, l'insegna sulle vetrine non è cambiata. La nuovadenominazione non è dovuta alle pose audaci che accompagnano i mesidell'anno, ma all'entusiasmo di alcuni clienti che hanno così ribattezzatoil locale di via Roncati.«Prima era un bar per persone anziane – sintetizza la Violetta mentrelucida il bancone – e adesso è pieno di giovani. Abbiamo rinnovato tutto,proprio tutto: i clienti sono sempre più numerosi».«Sì – aggiunge raggiante – le richieste sono talmente numerose che abbiamoallungato gli orari sino a notte, per due sere alla settimana».Altrochè se c'è stato il rinnovamento, mica solo nel look del locale onell'abbigliamento dei clienti. O nei vestiti di chi sta dall'altra parte apreparare cocktail. Nel Caffè ora ci sono i ricchi, gli aspiranti ricchi equelli che vogliono almeno sembrarlo. E il calendario scollacciato e unpoco snob è una curiosità in più.Già, dopo il calendario Pirelli, quello delle casalinghe, dellecalciatrici, delle pallaovoliste, ecco che la barista più invidiata diSpilamberto finisce sulla carta patinata.Mancano gli spazi bianchi, è vero, per segnare le scadenze dell'Ici, ilbollo e il compleanno della suocera; via, non si può pretendere tutto. Incompenso le malelingue si sono scatenate: c'è chi dice che costano 100 milalire a copia, chi invece giura che ci siano un sacco di ragazze nude. Tuttebufale, ma si sa come vanno certe cose. E il confine tra le persone perbenee il perbenismo è sempre troppo sottile per non muovere l'invidia.«A tempo perso – racconta Violeta Hoyda, 27 anni – faccio la fotomodellaper ditte di cosmetici. Sono nudi artistici, mica volgari». Troppo giusto.Due natiche su una sedia possono essere considerate pornografia? Il seno diprofilo su un incarnato caravaggesco e filtrato dalla luce in studio puòsuscitare passioni carnali? Ci mancherebbe altro, sospira Violeta. Lei, conun nome da opera lirica e un fisico da pin up, si diverte a stuzzicare igalletti che cercano la battuta allusiva.«Guardi, la storia del calendario è presto detta. Il fatto è che moltevolte, dopo i servizi pubblicitari, c'erano foto belle che restavanoinutilizzate.Il fotografo poi è stato bravissimo, un vero artista. Gli ho chiesto sepotevo riutilizzare qualche foto per l'omaggio di fine anno ai clienti.Così è stato. Quando si ha un bel corpo perchè vergognarsi?»Violeta-Violetta ci tiene proprio a farlo sapere che un conto è il pudore,affare privatissimo, e un conto l'immagine pubblica, il corpo comemessaggio. Nessun legame con la sua vita sentimentale; dice solo che ètroppo presto per avere progetti matrimoniali.Ma se c'è una ragione per la quale questa biondina tutto nervi è entratanello spirito di Spilamberto, rendendo la sua scalata simile a tante altre,questa va cercata fuori dalla grinta che mette anche nell'offrire latazzina di caffè.La sua storia, quella ufficiale, ricorda molto da vicino i tante piccoleimprese della zona che partendo da un garage sotto casa hanno messo sucapannoni e fatturati col turbo, lavorando da mattina a sera senzafermarsi, senza guardare in faccia nessuno. Sentiamolo dunque il raccontodella sua vita così come la racconta lei. E guai a chi fa battutaccia sullesue pretese risorse nascoste.«Quando morì mia madre – dice – decisi che volevo venire in Italia. Cosìsalii su un camion che portava bestiame. Qui ho lavorato come cameriera neilocali e dopo pochi mesi ero in un grosso bar di Vignola. Poi ho compratoil bar a Spilamberto: l'ho comprato con 70 milioni presi a prestito. Chi meli ha dati? La famiglia che ha creduto in me a cui li restituisco a rate».Inutile approfondire i particolari, questa è la versione per tutti, punto ebasta. Ci tiene all'immagine della ragazza dell'Est che arriva in Italia efa fortuna senza passare dal marciapiede, e aggiunge che in pochi anni haportato a Spilamberto e Castelnuovo anche la sorella e il fratello, chelavorano con i permessi in regola in aziende della zona. Il papà no, havoluto restare a casa sua in Romania.Non manca nulla, proprio nulla, alla favola di Cenerentola di successo. Oforse sì, perchè il principe azzurro è ancora lontano.Deve essere ancora scritta l'ultima pagina della storia della Violetta delCaffè.