Quando Lombard Report iniziò il suo cammino nell'ormai lontano 1997 il suo punto di forza era quello di eseguire le stesse operazioni che venivano raccomandate ai lettori, dare segnali chiari senza inutili bla bla (compra a quel prezzo, vendi a quel prezzo), mostrare le contabili sul sito e presentare un indice di rendimento. In quel contesto storico un approccio di marketing di questo tipo ha contribuito massicciamente a dare un valore incredibile al report differenziandolo da tutti gli altri. Questo elemento ha contribuito al successo di Lombard negli anni 1999 e 2000, un successo che ha permesso a Lombard di rimanere a galla anche negli anni bui successivi allo sboom di Borsa. Negli anni '90 il quadro operativo del lettore medio era completamente diverso da quello odierno: non esistevano gli ordini stop e quindi i lettori avevano assolutamente bisogno di raccomandazioni precise al centesimo e soprattutto avevano bisogno dell'SMS. Molti altri lettori ricevevano addirittura le raccomandazioni via fax, la cultura borsistica era ridotta al lumicino, su Internet non esisteva documentazione relativa alla analisi tecnica, i libri di analisi tecnica in circolazione in lingua italiana erano tre. Insomma per quei tempi la nostra politica di trasparenza aveva un senso.
Oggi gran parte dei lettori Lombard sono dei semi professionisti e tra loro ci sono anche moltissimi professionisti, trader che desiderano avere pronto alla mattina il quadro delle migliori opportunità di trading per confrontarle con quelle che hanno elaborato loro. I neofiti tra i lettori Lombard ci sono, è chiaro, ma per loro tutto è ora più facile: piattaforme di trading efficienti, internet in ufficio, ordini stop residenti sul server da piazzare alla mattina prima di uscire di casa, ampia disponibilità di materiali didattici su internet, possibilità di scegliersi la metodologia più adatta tra le ormai centinaia di libri di analisi tecnica in italiano. Insomma, il mondo è cambiato, così come è cambiato anche Lombard. Un tempo quasi tutti i collaboratori avevano un indice di rendimento, ora ci sono rimasto io solo e soletto.
Dal 1999 in poi il numero dei lettori, saliti a quasi 800 alla fine del 2000, è diventato un fardello pesante da gestire: lo stesso operare solo sui titoli liquidi ha provocato disservizi in quanto era possibile solo dare raccomandazioni precise sui titoli del MIB30, alcuni dei quali tuttavia non brillavano certo per liquidità e soprattutto non è facile trovare nei panieri principali di Borsa dei titoli ?bomba?. Ad un certo punto neanche sul MIB30 era diventato sano dare raccomandazioni precise (ricordo una volta che facemmo volare Mondadori del 5%). Morale, il cane si mordeva la coda. La politica della trasparenza è bella quando è possibile, ma se diventa autodistruttiva allora è anche lo stesso lettore a chiedere di cancellarla: il lettore vuole guadagnare ed i soldi non si fanno sui titoli del MIB30 ma su quelli sottili, su quelli del Nuovo Mercato e su quelli del Ristretto. Che fare ? Come tutelare il lettore da un lato (ovvero non esponendosi al sospetto di muovere i titoli piccoli ad arte ingannando il lettore) e dall'altro permettergli di guadagnare ? Il sistema delle ?segnalazioni? (viene impostato il trade e la esecuzione e l'uscita viene lasciata al lettore) e delle ?raccomandazioni? (chiare, precise, vengono seguite in portafoglio e con l'SMS) sembra sia gradito. E' chiaro che il neofita apprezzerà le raccomandazioni mentre il lettore più esperto è goloso di segnalazioni. Ma allora una domanda: ha un senso oggi tenere un indice di rendimento delle sole raccomandazioni, in gran parte sui titoli del MIB30 e quindi con un rendimento ridotto rispetto alle semplici segnalazioni ? Come includere nell'indice di rendimento le meravigliose indicazioni di Bellosta, per esempio, oppure Bocca, Favaretto, Del Corona, Mariani, Borsi, Malverti e via andare con tutta la famiglia Lombard. Insomma, ha ancora un senso tenere il conto delle raccomandazioni vere e proprie che coprono solo una piccola parte del mondo Lombard ? Non penso che Bellosta, che non tiene un indice di rendimento dal 1999 (prima lo teneva ed era arrivato a cifre incredibili), non è apprezzato dai lettori. Ed aggiungo una nota personale: tenere la contabilità delle operazioni Lombard è un fatica improba, perché non corrispondono a quella che dovremmo tenere (dico dovremmo perché spesso siamo inadempienti) per le nostre operazioni personali. E' inumano che una persona sola riesca a seguire con denaro reale tutte le raccomandazioni ed i segnali del Lombard e così anche noi seguiamo quello che più si adatta al nostro profilo di rischio ed al nostro portafoglio. Lombard è una piccola società con una dotazione ridotta di personale e ogni compito che viene aggiunto a quelli già esistenti comporta un travaglio enorme. Se si trattasse di tenere il conto della operatività di un trading system sarebbe facile: basta guadare il system report e più o meno si ha una idea della operatività (più o meno). Ma spesso le operazioni sull'azionario sono discrezionali e quindi risulta impossibile meccanizzarle. La morale del tutto è che i lettori sicuramente ci capiranno bonariamente se d'ora in avanti non posteremo più gli indici di rendimento se non quelli dei trading system. Le contabili quelle sì, non ci sono problemi, costa poco tempo e non presentano particolari inconvenienti e pensiamo sia un elemento di chiarezza molto forte. Alla fine vale sempre quello che disse Lenin dei soldati zaristi che fuggivano davanti ai tedeschi nel 1917: ?stanno votando con i piedi?. Il lettore Lombard invece vota con il portafoglio: se il Lombard gli serve allora sottoscrive altrimenti si rivolge altrove.