Più aggressivo, intraday, adatto a chi fa trading on line. Il cosiddetto scalping, letteralmente inseguire piccoli guadagni ma ripetuti, è forse la tecnica di investimento più amata dagli aspiranti speculatori, o quantomeno più consona al livello di strumenti e informativa di cui dispongono. Achille Capecce, trader indipendente primo fra l'altro nel campionato Top trader con denaro reale istituito da Directa sim, oltre che forte utilizzatore appunto di questa tecnica, ne spiega l'utilizzo. «La scelta di questa modalità», spiega, «permette, al momento in cui si riesce a individuare un trend di breve, di puntare sul covered anziché sul titolo sottostante, in modo da sfruttarne l'effetto leva, e in definitiva guadagnare di più». Tanto per cominciare, una volta individuato il titolo, o più d'uno, che si vuole seguire, lo si tiene sotto osservazione attraverso un grafico a barre a 5 minuti. Spesso ci si trova così di fronte a zone di congestione con aree di minimo e massimo, corrispondenti a supporti e resistenze di brevissimo. «È una fase importante, e più lunga è meglio è», sottolinea Capecce, «perché a quel punto la rottura dei valori dà davvero un segnale, rialzista o ribassista, piuttosto forte. Alla rottura per esempio della resistenza di un titolo, o del Fib, il movimento infatti spesso continua, e anzi si accentua sia perché molti entrano in acquisto, ma soprattutto perché molti cancellano gli ordini in vendita. È il momento di posizionarsi sul covered warrant corrispondente». Molti ovviamente i criteri per la scelta del derivato. «Io prediligo in genere quelli con scambi maggiori (nel caso per esempio di un titolo come Olivetti potrebbe essere l'Uc call 4 giugno 2000) perché, sono certamente più pericolosi ma anche più speculativi. Di solito sono out of the money e hanno scadenza molto ravvicinata. In ogni caso la pericolosità è neutralizzata dal fatto che per questo tipo di investimenti si opera intraday, e il tempo alla scadenza, oltre che il prezzo, perdono di importanza». Quanto al prezzo d'acquisto, si guarda l'offerta sul book e ci si orienta su quella corrispondente al proprio quantitativo d'acquisto perché solo in questo modo, specie se si trattano grosse partite, si può avere la certezza dell'eseguito. Nel frattempo mai dimenticare di tenere sotto osservazione il titolo (e non il covered che è meno significativo), pronti a uscire con un ordine al meglio se dopo la rottura il movimento rientra (falso segnale). In questo modo di solito si perde al massimo lo spread. Quando invece uscire se tutto va bene, se si è davvero imbroccata la tendenza? Secondo Capecce val la pena di rimanere finché il movimento non si esaurisce, perché on si sa dove il titolo può arrivare, e quindi uscire prima può voler dire rinunciare a un buon guadagno. «L'uscita perciò di solito viene decretata da due rotture successive dei minimi delle due barre precedenti, situazione che indica un indebolimento della pressione in acquisto: vendita al meglio. «In questo modo è vero che non si esce mai esattamente sui massimi ma qualche tick più sotto», spiega ancora Capecce, «ma per contro si ha la certezza di poter seguire il movimento fino all'ultimo». Un'operatività così accurata non basta però ad assicurare il successo, visto che, secondo l'esperienza di Capecce, la maggior parte delle operazioni si concludono in perdita, cioè i segnali si rivelano ingannevoli. Le poche che riescono però consentono di compensare le perdite e di porsi largamente in guadagno. Almeno a chi lo sa fare.