La volta scorsa che sono andato in ferie in Ucraina alcuni lettori mi hanno chiesto perché avevo scelto quella destinazione e che cosa avevo visto. Anticipo le eventuali domande (ma anche l'appunto della serie " e chi se ne frega" ) per raccontare di quest'anno. Purtroppo la destinazione è stata molto più triviale, non più il niente della steppa ucraina ma San Pietroburgo e Mosca: non c'è stato tempo per organizzare qualcosa di più avventuroso oppure ormai con l'età che avanza il tempo delle avventure è finito … non so. Un viaggio molto sul canovaccio musei e palazzi, residenze sontuose degli zar e luoghi della rivoluzione. Niente di particolare. L'unica cosa che mi ha stupito è stata Mosca, una città veramente luccicante e trasudante denari (nei quartieri giusti perché negli altri si patisce la fame). E' la Russia di sempre, quella degli Zar, della Rivoluzione e della finta democrazia: pochi hanno tutto e quello che resta lo hanno gli altri. Mercedes, BMW, Jaguar, ristoranti a 100 $ a cranio, hotel luccicanti, Armani e Bulgari. Mi è sembrata molto Chicago, con i suoiCasino' e le sue luci, con i nouveau riches russi ovunque e dovunque con il loro profumo addosso un po' cafone, i vestiti all'ultima moda e le macchine con il lampeggiante molto mafioso. Mosca ha due giornali finanziari, unaBorsa che è cresciuta dell'80% nell'ultimo anno, il PIL del 2001 che ha mostrato un incremento del 9,5%. E a Tomasini gli è venuta una gran voglia di organizzarci un corso di analisi tecnica. La chicca è che la Russia è ilprincipale mercato per il data vendor CQG, che ha addirittura il maggior numero di postazioni installate in tutta Europa. Giustamente la mafia russa deve controllare come vanno gli investimenti sulle principali piazzefinanziarie internazionali. A volte il mondo cambia e non me ne accorgo. Come disse Nixon: "I am a country boy".