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Nell’attesa della svolta


Giornate come quelle appena passate caricano inevitabilmente di pessimismo tutto il mondo finanziario e, tra l’esaltazione dei fatti da parte dei media, è palpabile l’incredibile aumento del sentimento di sconforto e/o incertezza che aleggia tra piccoli risparmiatori e non solo. Me la prendo un poco con i media perché ogni volta che sento il presentatore o il cronista del telegiornale annunciare per l’ennesima volta “giornata nera per le Borse…” mi crea un momentaneo effetto deprimente. Ogni volta infatti mi sembra sempre che il mercato si sia frantumato proprio in quella seduta, quando invece oramai i listini ci hanno abituato a botte in rosso del 3% al colpo. Queste ultime “botte” sono molto interessanti da un punto di vista di analisi tecnica perché porta gli indici italiani al primo tentativo di evitare che settembre si riveli un’altra barra inside. Le implicazioni di peggioramento dello scenario in caso di rottura dei minimi di luglio sono evidenti, ed ancor più evidente è la negatività che si verrebbe a creare con il sfondamento dei minimi di agosto. Se a questo poi ci si aggiunge quella fin troppo evidente figura testa e spalle di continuazione (anche se non viene considerato dalla dottrina altamente predittivo), niente sembra poter più fermare gli indici.

Francamente parlando, la negatività sulle Borse non è dovuta a Saddam che si trasforma prima da “una bomber” a figlio dei fiori e poi ancora ad “una bomber”. E’ forse allora dovuta ai dati macroeconomici USA? Se si analizza i valori usciti l’ultima settimana, si nota che da un lato positivamente i consumi ad agosto sono incrementati (0.8%), la bilancia commerciale migliora e il pericolo deflazione è al momento lontano (CPI 0.3%), mentre dall’altro i sussidi alla disoccupazione hanno fatto un notevole balzo in avanti e, per chi vuole leggerlo in maniera solo parzialmente negativa, la produzione industriale si è giustamente contratta nel tentativo di recuperare i propri margini di efficienza. Se questi ultimi due non andranno ad intaccare seriamente gli ordini dei beni di consumo e di investimento, al momento non sembra esserci alcun motivo per vedere la borsa crollare ma, piuttosto, è più vero simile che essa continui in un trend lateral-ribassista.

Il problema maggiore è quindi, secondo il mio modestissimo parere, un terrorismo che viene da dentro al sistema: bilanci truccati, presenza di società sull’orlo del fallimento o con un business inconsistente, ecc.. Molti governi, compreso il nostro, si stanno dando da fare per migliorare la disciplina delle S.p.a. quotate, e un radicale cambiamento delle cose (non solo strettamente in termini legislativi, ma magari consistente anche in una seria maturazione dell’IT) è quanto mai ora necessario come catalizzatore della fiducia e della ripresa dei mercati. Bisogna quindi stare con le antenne bene alzate e annusare l'aria per individuare i futuri "movers" del sistema economico.

Nel frattempo, coloro che si trovano a gestire un portafoglio azionario che non adotta strategie short, devono accontentarsi di vedere qualche bel titolino come IMA che corre contro corrente rischiando volentieri qualche trade o, preferibilmente vista la situazione attuale, una politica più conservativa basata sul mantenimento di ampia liquidità o di strumenti monetari. Tra gli altri, oggi è da segnalare la controtendenza di Cari Firenze, Interpump,  Sol e, soprattutto, il buon posizionamento di Merloni che fa aumentare i livelli di attenzione sul titolo.

Da notare infine come la lista della forza relativa sia cambiata rispetto alla scorsa settimana: la new entry de L’Espresso accompagnato da B. Lombarda danno l’idea del fermento presente sul Mibtel.

 

Forza Relativa Percentile:

 

 

Al prossimo report.

 

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