Monta l'invidia per i vincitori del Campionato.


Chiariamoci subito: l’invidia può essere buona o cattiva. L’invidia buona è la molla dell’innovazione, del cambiamento, del progresso scientifico ed umano. Io posso invidiare in maniera buona Capecce, ovvero riconoscere la sua bravura ma cercare di emularlo per migliorarmi. Non c’è niente di male. Anzi, ben venga questa invidia che permette a me di fare quello che desidero e a Capecce di rendersi conto che magari ha ragione lui a lavorare come una spugna sui covered warrant piuttosto che sul FIB o sulle azioni. Anche per l’invidiato c’è sempre un feed back positivo. Poi invece c’è l’invidia cattiva: ovvero Capecce (o Foti, o Pollini, o Scotto di Vetta, o Nonno Peppe, o Basile o chi vi pare, io dico Capecce perché siamo amici e spero non me ne voglia) è uno scherzo della natura, non si capisce perché guadagna, i covered sono una truffa (su questo siamo da sempre d’accordo), ergo il Campionato è una truffa (compreso Tomasini che lo organizza) il cui fine malcelato è di spingere il popolo dei risparmiatori al macello sui covered warrant. Questo è il sunto di alcune email che ho ricevuto e di qualche sito peracottaro a cui il Campionato non va giù perché crea troppa competizione (visto che è con i soldi veri e non con le parole) e fa sfigurare i venditori di fumo. Bene, allora chiariamoci una volta per tutte con questi oscuri signori invidiosi: di Capecce in giro ce ne iniziano a diventare un po’ troppi, basta scrutare le classifiche del campionato. Quindi di scherzi la natura negli ultimi anni ne deve avere fatti parecchi. Premesso che siamo d’accordo che i covered sono tutto quello di denigratorio si sta dicendo in questi giorni, la domanda che io pongo a questi signori venditori di parole è una sola: non è che in giro ci sono trader dalle palle d’acciaio che riescono ad essere più scaltri dei “banditi” (leggi market makers) ? Io le loro tecniche le conosco, anche quelle più segrete: credetemi, non è questione di fortuna, di avere la ventura di essere uno scherzo della natura o di metodologie più o meno complesse. E’ questione di palle. E di invidia nei confronti di coloro che riescono a battere il mercato, che di solito nei sistemi capitalistici non è mai buono ma sempre molto cattivo. Si tenga anche conto del fatto che avere una unica categoria di competizione è stata in origine una scelta obbligata per gli organizzatori del Campionato, una manifestazione che, come tutte le imprese, ha bisogno di tempo per strutturarsi e per crescere. Comunque questi oscuri denigratori non si preoccupino: l’anno prossimo il Campionato avrà categorie separate (derivati da una parte ed azioni dall'altra) ed avremo finalmente la possibilità di andare a curiosare cosa c‘è dentro i pantaloni di questi individui.

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