Lo chiamavano pull-back


Rimbalzone coi fiocchi quest’oggi per gli indici e in giro si respira già aria di festa. Tutti già si immaginano i tori scatenati, che lasciati correre senza freni spingono le piccole barre del grafico su, sempre più su, ripetendo il “miracolo” degli anni novanta. Purtroppo per molti se questo miracolo avverrà sarà solo l’occasione di ripianare le perdite e, di conseguenza, prendere profitto appena possibile affinché quello che c’è scritto sulla carta venga magnetizzato sul proprio conto. Al momento è andata meglio a noi tutti, lettori e collaboratori del manipolo d’assalto Lombard, che si è lottato sempre per la preservazione del capitale, lasciandoci così il piacere di poter vedere in futuro il conto crescere o perlomeno togliendo l’ansia di recuperare una forte perdita…quando il toro tornerà sul serio.

Dico quando il toro tornerà sul serio perché nessuno può paventare con certezza che la lunga glaciazione sia finita. Osservando infatti i grafici settimanali dei maggiori indici americani ci si accorge di un copione che negli ultimi trimestri ha accompagnato molti loro pull-back: avvicinamento oppure perfetto “touch and go” su importanti livelli di supporto-resistenza antecedenti il 1999, dal quale prende vita ad un rimbalzo effimero il cui inizio è caratterizzato da forti balzi al rialzo. Un copione che sembra quindi ripetersi e che viene recitato in un clima che resta di forte incertezza internazionale in termini economici e politici, esaltato dalle notizie sugli utili che sono migliori delle previsioni odierne ma sempre peggiori di quelle del passato e da un S&P alle prese con un doppio minimo.

Io ancora non ci credo, ma spero realmente che i venti siano cambiati, e attendendo questo processo di accumulazione che permetterà di individuare i vincitori di domani, attestando nel frattempo il fatto che per chi come me segue i titoli sottili ad alta forza relativa questo rimbalzo non sembra mai essere esistito. Difatti non è certo esaltante vedere in una borsa lanciata sul +6% che la maggior parte delle azioni sotto osservazione si muove approssimativamente in una fascia tra lo 0 e il 2,5%, ma, in fondo, questo è il costo (anche se in questi ultimi due anni è stato solo un guadagno) da pagare per essere il meno possibile dipendenti dal mercato senza applicare strategie di tipo “market neutral”. La situazione quindi non cambia e la liquidità continua a regnare sovrana con sotto osservazione quattro titoli molto ben rappresentanti di quanto descritto sopra e un quinto molto interessante: Campari

Forza Relativa:

 

 

 

Al prossimo report.

Grafici elaborati su dati www.clubdiborsa.com

(articolo di Sandro Mancini)

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