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L'onda 1.


Dov’eravamo rimasti? Sabato scorso, parlando del Nasdaq (che in questa fase a mio parere resta la chiave di tutto) dicevamo che l’onda C sembrava in prossimità della fine, anche se mancava un bel sell-off con conseguente key reversal day (quelle belle giornate che iniziano con lunghe candelone nere e si chiudono con splendenti candelone bianche), ricordando che la tenuta di 3.050 (indice Composite) era fondamentale, la stagionalità iniziava a girare chiaramente a favore (con l’importante appoggio, quest’anno, delle elezioni presidenziali) e comunque anche una volta individuati i minimi non sarebbe stato tutto facile. In settimana abbiamo visto di tutto: dopo che dai minimi di 3054.5 (il 13 ottobre) l’indice era rimbalzato fino a 3348.6, mercoledì in apertura è nuovamente precipitato, toccando un nuovo minimo nelle prime fasi della giornata a 3026.1 (quando anche il Dow perdeva più del 4%, ovvero finalmente un vero sell-off). Quindi il Nasdaq ha negato repentinamente la rottura dei minimi (segnando quella che ex-post usi è rivelata una classica bear trap), per chiudere la seduta di mercoledì marginalmente in negativo, guadagnare quasi l’8% ieri e poco meno del 2% oggi (dopo avere superato quota 3500, sfiorando un importante resistenza statica rappresentata dai minimi di fine agosto). Ovvero esattamente quel reversal che cercavo. I giornali vi spiegheranno che a cambiare il tono sono state le trimestrali dei due veri big della borsa, Microsoft e Nokia; gli astrotrader che il 18 ottobre era una data chiave di inversione di portata storica (giuro che non ci credo, ma questa volta devo ammettere che nella prima metà di ottobre ho letto questa data riportata da un numero incredibile di astrotrader, e la casualità mi lascia perplesso…), a me non interessa avere una spiegazione, ma solo cercare di trarne conclusioni. A questo punto, infatti, il quadro appare decisamente più chiaro. Sono disposto a scommettere che quelli di mercoledì rappresentano importanti minimi di periodo, e l’indice appare destinato ad un forte rimbalzo (non so se fino a 6.000, come sostiene il “guru” Acampora, ma anch’io darei obiettivi piuttosto elevati). Oltre all’analisi tecnica, giocano a favore l’avvicinarsi delle presidenziali (a tutti conviene un bel rally dell’azionario appena prima del ballottaggio), quindi il “classico” appuntamento di novembre con la definizione dei bonus per trader e gestori negli Usa, ed infine quello ancora più classico di fine dicembre per la valorizzazione dei portafogli nei bilanci di banche, assicurazioni e fondi d’investimento. Mi sembra proprio che ancora una volta abbiamo vissuto l’immancabile panico autunnale, ancora una volta il mese di ottobre ha segnato i minimi di periodo dei mercati ed ancora una volta inizierà l’immancabile rally di fine anno (inutile sforzarsi di capire perché, tanto è sempre così…). Se onda 1 dovrà essere, spero comunque che sia una bella onda 1 classica, di quelle che danno tutto il tempo di comprare sulle correzioni che ogni tanto si presenteranno al riaffiorare di timori sulla pace in Medio Oriente, sul prezzo del petrolio, sulla salute dell’economia statunitense, sui profitti aziendali, sull’inflazione… Per magari trasformarsi, ancora una volta in un bimestre finale di mercati unisoni al rialzo, di quelli che verso la fine del rally il fattorino della banca per cui lavoro mi spiegherà come devo investire i miei soldi se voglio guadagnare davvero, che tutte le matricole del mondo saranno solo da comprare, che qualche nuovo o vecchio genio della finanza venderà la sua aziendina agli investitori privati a prezzi demenziali… Per finire, un’osservazione: ancora una volta questa fase mi ha stressato non poco, perché alla fine dei conti tutti temono che arrivi il ribasso “quello vero”, perché anche se è dal 25 settembre che scrivo che sono alla ricerca di un minimo e che i ribassi autunnali sono le migliori occasioni di acquisto dell’anno non è che mentre li si vive si sta molto tranquilli… Ma, soprattutto, ancora una volta mi chiedo come è possibile che queste fasi si ripetano tutti gli anni, e che mi sembra ridicolo avere vissuto un bimestre settembre-ottobre praticamente uguale a quello gennaio-febbraio ribaltato (ovvero da new economy = denaro a fiumi a new economy = perdite e fallimenti a catena).

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