Ho sempre seguito con passione e un pizzico di scetticismo le vicende dell'unione europea. Il progetto di integrazione economica europea è sicuramente condivisibile ed i benefici sono evidenti. Ma a mio avviso, come spesso succede nella storia, si è dato troppo per scontato che alla fine tutti i paesi europei avrebbero optato per il volemose bene. L'integrazione economica europea è una rivoluzione, sposta il potere dalle periferie nazionali alla superburocrazia di Bruxelles, apre i mercati, mette in crisi le industrie poco efficienti, limita lo strapotere dello stato, permette la circolazione delle persone e delle merci e dei servizi che intaccano i poteri consolidati all'interno dei singoli stati. Morale: è più facile che scoppi che vada avanti. Ma uno non può fare altro che continuare a crederci. Forse si può dire che l'eccesso di ottimismo raggiunto finora e fomentato dalla propaganda comunitaria adesso produrrà per il gioco dei contrappesi un eccesso di pessimismo, dopo la candidatura al ballottaggio finale in Francia di Le Pen. L'importante come sempre è saperlo e riuscire a controllare le emozioni.
Emozioni che oggi hanno raggiunto il massimo alla diffusione della notizia dei tagli di personale di Ericsson e della sua difficile situazione aziendale. Tim è subito precipitata. Per il resto non c'è molto da dire, range strettissimo di volatilità, Seat lascia sul terreno due punti, il DB beve ma ormai è una abitudine, siamo all'interno di una congestione di una congestione. Pubblico di seguito i grafici dell'S&P anche lui in congestione e di BIPOP che come Mariani aveva sostenuto in tempi non sospetti sta decisamente andando al rialzo con un bel testa e spalle.
Dopo il regalo di Favaretto arriva un altro regalo per i lettori di LombardReport: Fabrizio Bocca, collaboratore dei Quaderni, vera rivelazione del 2002, dopo un successo incredibile sui Quaderni viene arruolato anche in Lombardreport.com. Seguirà il FIB con la sua metodologia sugli swing e segnalerà in particolare delle azioni che possono interessare i padri di famiglia.
L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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