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ETF: la nuova frontiera (parte seconda)


 

Gli ETF si possono vendere short , questo non significa che tutti gli intermediari lo permettano. In altre parole tecnicamente è possibile vendere short quote di ETF ma per il prestito titoli è sempre necessario verificare se l'intermediario lo permette visto che lo short qui va inteso overnight in quanto in intraday sarebbe più logico effettuarlo direttamente sul future dell'indice sottostante.

Numerose richieste di chiarimenti sono pervenute in redazione nella mattinata di ieri e come dimostrato anche dalle numerose domande a Bologna durante il Top of the Top, in giro c'è molta fame di nuovi strumenti nel campo dei fondi. Non può che farci piacere, tuttavia non bisogna dimenticare che è mia intenzione portare a conoscenza gli ETF ed i loro concetti basilari per poi poterli utilizzare operativamente anche sul Lombard. In nessun caso l'intenzione è fornire una assistenza a 360 gradi su tutti gli ETF. Per questo per quanto riguarda gli aspetti fiscali , pur essendo assimilati ad azioni estere è sempre meglio rivolgersi al proprio intermediario di riferimento , nonché utilizzare il regime del risparmio amministrato.

Discorso diverso per quanto riguarda le commissioni. Il vantaggio dell'ETF è di poter essere trattato come un normale titolo quindi la compravendita segue le regole dell'azionario estero che il cliente paga normalmente. Alcuni intermediari appongono delle vere e proprie "gabelle" sull'acquisto di ETF trattati in Europa e/o su indici Europei, di pari importo ai costi di sottoscrizione di un fondo. E' naturale che la concorrenza li farà uscire di scena in quanto ve ne sono già altri che chiedono solo la commissione di intermediazione.

Non bisogna credere che gli ETF investano in tutti i titoli di un indice sottostante. Il Vanguard Wilshire che tiene conto dell'indice Wilshire 5000 investe nel 95% delle 5000 aziende dell'indice sottostante. Il QQQ ha rigide regole di qualificazione per i titoli del Nasdaq100. Per esempio, non devono essere titoli finanziari, devono avere un volume giornaliero di almeno 100.000 azioni, devono essere "seasoned" cioè da almeno due anni sul listino, non devono avere procedure di delisting in atto, etc etc.

I prospetti informativi degli ETF, facilmente reperibili nella rete, spiegano tutto nei minimi particolari, ci basti sapere che gli ETF si discostano ogni anno dalla performance dell'indice sottostante di riferimento di meno dello 0,4%. Chiaramente ci sono dei costi impliciti che variano dallo 0,2% del QQQ allo 0,42% del Diamond (ETF sul DJIA). Sono costi annui che servono per pagare le commissioni utili alle compravendite per ristabilire la composizione dell'ETF in caso di cambiamenti di titoli nell'indice sottostante oppure in caso di cambiamenti dei pesi dei titoli stessi nell'indice. I dividendi, ammesso che ce ne siano, vengono distribuiti per la maggior parte dei fondi ogni terzo venerdì del mese di fine trimestre (coincidono con la scadenza dei future azionari) tuttavia non c'è garanzia di tale distribuzione in quanto l'ammontare dei dividendi negli ultimi anni sugli indici azionari è stato vicino al 1% e se le spese di mantenimento del fondo eccedono tali dividendi , allora essi vengono utilizzati per coprire le spese.

Del resto questo meccanismo avviene anche con i fondi comuni.

Ma la negoziazione continua delle quote non è il solo vantaggio. Vi possono essere ETF specializzati su indici geografici e settoriali , con grande vantaggio di chi cerca la diversificazione.

Per ora faremo riferimento ad una decina di ETF in grado di fotografare i tre principali indici USA, quello giapponese, ed alcuni europei.

Di certo ci sono anche degli svantaggi ma spero concorderete con me , sono meno pesanti dei vantaggi , in questa fase storica di mercati altamente volatili e poco adatti a gestioni patrimoniali di lungo periodo.

I broker non sono ancora tutti attrezzati e gli intermediari italiani che hanno delle reti di promotori vesseranno i loro clienti con commissioni stellari per operare. La gestione passiva può essere anche uno svantaggio in quanto non si riuscirà mai a fare meglio dell'indice sottostante. In alcuni casi la liquidità delle contrattazioni è molto sottile in quanto il mercato degli ETF è nato veramente da poco. Il fatto però che dietro agli ETF non ci sia un intermediario che possa cambiare NAV e volatilità a suo piacimento è comunque garanzia di trasparenza dello strumento. Dopotutto lo stesso prezzo di una singola quota di ETF è un sottomultiplo dell'indice di riferimento (I Diamonds sono 1/100 del DJIA, il QQQ 1/40, lo Spider sul SP500 è 1/10) quindi è impossibile manipolarli.

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