Un lettore mi scrive:
vorrei sapere se nell'acquisto di etf bisogna tener conto del rating. Chi sono in realtà gli emittenti? Ci si può esporre anche con cifre che ti fanno dormire la notte? ( non faccio più fondi d'investimento oramai da anni ).
Saluti a presto.
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Gli Etf essendo fondi a benchmark non vantano rating di performance in termini di capacità del gestore di sovraperformare o sottoperformare il mercato. La seconda domanda fa trasparire il timore di essere imbrogliati, ovvero di capire chi c'è dietro a questo strumento. Semplicemente, ci sono dei trust (che possono essere open o closed) che gestiscono le "creation units" ovvero pezzi di Etf che racchiudono esattamente le quantità di azioni pesate come per replicare l'indice. Il gestore lucra sui costi della gestone passiva e sull'attività di denaro lettera durante la giornata, ovviamente nei momenti di mercato veloce lucra lo spread in quanto il prezzo dell'ETF si discosterà sempre di qualche centesimo dal NAV reale del fondo. E' chiaro che i costi sono molto bassi (0,3-5% annuo) lo spread è minimo (basti guardare il denaro lettera sul QQQ) ma moltiplicate il tutto per milioni di dollari di transazioni e troverete il ritorno del gestore. Non è in alcun caso però un meccanismo simile a quello dei cw in quanto l'emittente è in antagonismo con i principali indici di mercati azionari mondiali e se facesse il furbo sovraprezzando o sottoprezzando di troppo l'ETF arriverebbero gli arbitraggisti. (ovvio che bisogna scegliere gli ETF liquidi).
L'esposizione su un ETF dipende dalla propensione personale del rischio del soggetto. Non sarò certo io a suggerire le quantità da investire, tuttavia posso dire che personalmente hanno raggiunto il 20% del portafoglio personale e di alcuni clienti .