E la dieta continua…


Strinati nell’editoriale accennava al sondaggio della mammina che dopo la foratura dei minimi non sa più che fare (ammesso che abbia saputo veramente cosa stava facendo) dei fondi azionari acquistati da poco. Proprio oggi, un mio conoscente che ha in portafoglio titoli comprati pochi mesi dopo l’inizio della grande discesa mi ha posto la questione. Premettendo che di Borsa sa solo che le azioni vanno su e giù mantenendo però forte tranquillità interiore nonostante le perdite, in particolare mi ha rivelato la sua intenzione di vendere i titoli perché “tra la Fiat e la crisi quelli mi mangiano tutto” con l’intenzione di “ritornare quando le cose si mettono a posto”. Sinceramente all’inizio sono rimasto un poco disorientato e ho risposto che ci penso su e che ne riparleremo più tardi. Il problema non era tanto consigliare cosa fare subito in funzione del mio stile di investimento, bensì cosa proporre per il suo modo di (non)approccio al mercato. Dire un generico vendi e poi magari il mercato va su passa l’idea che il Favaretto è un mammalucco perché non sa predire il futuro, se dico tieni e il mercato si mangia un altro 20%, quando poi viene a sapere che nel “long side” sono prevalentemente “flat” quello non mi guarda più in faccia. L’unica cosa che penso gli dirò è la realtà: una mentalità come la sua in borsa è perdente sin dall’inizio, o la si cambia o si mette la testa sotto la terra come gli struzzi e si spera nel lungo termine…se non saremo tutti morti. Tutto questo per sottolineare come sia ancora lontana tra il popolo l'idea che per investire in borsa c'è bisogno di un metodo e soprattutto di professionalità.

Nel frattempo molti, tra cui anche il market strategist Barton Biggs in una intervista alla CNBC, guardano come positivo il fatto che lo S&P 500 debba ancora perforare il minimo del 24 luglio. Allora io mi chiedo:"Che significato può avere l’S&P 500 quando tutto il resto, ma proprio tutto, è sotto?" Mbah!

E nel frattempo il Mibtel cala, cala, cala. E’ stato raggiunto l’obbiettivo minimo di prezzo del testa e spalle di continuazione e, ora, la sua proiezione è prima quota 13500 e poi 11100, valori tra l’altro molto vicini rispettivamente al minimo del 30/07/1997 e al massimo del 20/01/1995, periodo quest’ultimo nel quale cominciò un lungo trading range dell’indice. La festa dei ribassisti sembra quindi trovare poche scuse per fermarsi anche se guardando i grafici è difficile reggere alla tentazione di mettersi contrari al mercato.

Con riferimento alla forza relativa non c’è altro che da pazientare. A sottolineare il particolare momento di crisi si aggiunge il fatto che dall’inizio del mercato orso, togliendo le azioni di risparmio e quelle sotto OPA, solo il 16% circa ha una performance positiva da marzo 2000. Se si pensa che a giugno di quest’anno erano più del 30% i titoli ad aver dimostrato rendimenti positivi, possiamo ben capire come un poco alla volta tutto il listino stia passando sotto la scure dell’orso.

 

Forza Relativa:

 

 

Dei quattro grafici posti alla vostra attenzione la scorsa settimana, bisogna dire che ha fatto piuttosto bene Air Dolomiti, in antitesi ad una decadente Banca Toscana, una Ima estrosa e una Pop. di Cremona che sonnecchia. Lasciamo quindi la Toscana per le paludi della Romagna mettendo sotto osservazione Bonifiche Ferraresi.

 

 

 

Al prossimo report.

(articolo di Sandro Mancini)

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