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Double Dip?


Se è vero che la storia si ripete, allora gli Stati Uniti sono davvero in pericolo di vedere realizzata la cosiddetta “double dip recession”. Tutta la stampa on-line sventola la clamorosa discesa dell’indice dell’Università del Michigan, il quale si è portato ai livelli del 1993, periodo nel quale la borsa si era già lasciata alle spalle i ricordi della crisi dei primissimi anni novanta. Dando per scontato cosa sia tale indice (vi invito pure a fare menzione nel caso opposto), al contrario di quello che fanno i giornali, prima di passare alla fine della crisi, credo sia cosa migliore cominciare dall’inizio della recessione del 1990. Al tempo, l’indice cominciò a crollare nel secondo trimestre del 1990 (tre mesi prima del passaggio in negativo della variazione percentuale del PIL reale), arrivando a segnare il suo bottom (molto vicino al livello di 60) due trimestri anteriormente all’uscita dalla recessione, uscita avvenuta nel secondo trimestre 1991. Il Dow Jones seguì all’incirca lo stesso andamento toccando il bottom sei mesi prima della ripresa del “Real GDP” e ignorando le ricadute del “Michigan” del 1992 e del 1993, le quali effettivamente non erano accompagnate da alcun ciclo negativo. Se, come dicevo prima, la storia si ripete e se, come sembra, la fiducia dei consumatori è realmente un anticipatore delle contrazioni del PIL, allora il 31 di ottobre possiamo aspettarci un dato sull’andamento dell’economia americana molto peggiore delle previsioni (il consenso è al 3,6%) e l’avvicinarsi di una ricaduta in recessione.

Gli indici USA stanotte sembrano però aver in parte snobbato questa ipotesi, galvanizzati anche dai molti dati aziendali positivi, ma nell’attuale situazione è meglio agire con prudenza e, forse, sotto sotto le borse stanno scontando due cose per loro positive rispettivamente nel breve e nel lungo periodo: un dato peggiore del previsto = taglio dei tassi, un dato uguale o migliore del previsto = economia in ripresa.

Per quanto riguarda la lista della forza relativa, continuano a mancare i candidati, mentre tra le azioni sotto osservazione bene Air Dolomiti (è bene stare attenti ed alzare lo stop), EnerTAD che però non riesce a mantenere una chiusura sopra il secondo livello di resistenza (che permetterebbe di alzare lo stop) e Merloni, la quale ha rotto la prima resistenza senza chiudervi sopra e mostrando poca forza rialzista (viste le condizioni del mercato attenzione ad un falso breakout). Bonifiche Ferraresi e Ima hanno mostrato delle barre di rottura piuttosto erratiche e insignificative, mentre invoglia a comprare Pop. di Cremona sopra 12.00, anche se tale trade non potrebbe al momento essere considerato di ampio respiro.

 

Forza Relativa Percentile:

 

 

 

 

 

Al prossimo report.

 

Grafici elaborati su dati www.clubdiborsa.com

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