Cosa vuoi di più dalla vita?


Pensando alla reazione dei mercati in questi giorni dopo il taglio dei tassi della BCE, mi viene in mente la pubblicità di quel noto amaro in cui la donnina di turno, dopo aver raccontato alle amiche come è passata la serata con un povero disgraziato che le ha offerto tutto, si sente dire da queste: “E cosa vuoi di più dalla vita?” E lei, pensando anche di essere simpatica, risponde: “Un L…o”[marca dell’amaro]. Questa domanda mi viene da girarla alla Borsa, la quale ha ignorato la corretta e tanto attesa decisione di Duisenberg, mostrando una indole da ubriacona, come quando preferì le sbornie da new-economy (a proposito, come mai non si sente più utilizzare con frequenza questo termine?), ovvero l’economia dell’immateriale…compreso i profitti. Non vale nemmeno la pena ragionare sull’andamento euro/dollaro poiché, sebbene ridotto, lo spread sui tassi tra EU e USA rimane sempre a 1,5, senza favorire radicali aggiustamenti di portafoglio. Inoltre, nell’attuale situazione, mi dissocio formalmente da coloro che asseriscono che gli effetti reali della riduzione del costo del denaro si facciano sentire solo dopo 6-12 mesi: i molti lettori del Lombard che hanno un’attività sanno bene che se ci sono buone prospettive di guadagno gli investimenti prendono subito forma e i soldi cominciano a circolare immediatamente nel sistema. Si tratta quindi di attuare una valutazione tra il costo e le opportunità dell’investimento in capitale che, attualmente, vede il lato delle opportunità scarseggiare.

Quindi i ribassi di BCE, della B.C. di Danimarca e quelli già perpetrati in Asia non possono essere definiti come la panacea di tutti i mali. Un passo importante è però stato fatto e gli ultimi dati macro USA mostrano ancora dei valori volatili ma piuttosto stabili (mi preoccupa un po’ di più il tasso di disoccupazione [6%] che come immaginavo [/lr/articolo.asp?id_articolo=3338], aldilà dei dati migliori delle attese su sussidi alla disoccupazione e sugli esuberi, si è mostrato peggiore delle previsto), ora, come scrivevo nel report della scorsa settimana, l’attenzione si focalizza sui bilanci delle società (una serie di imprese in bancarotta come il recente caso United Air Lines sarebbe molto pesante da digerire) e la “questione irachena”.

Passando al capitolo operativo, in un contesto di forza debole, in un mercato quindi ancora malato, tra i titoli sotto osservazione si vede bene che Ima ha confermato il doppio massimo, sul quale avevo consigliato di prendere profitto, ripiegando in una zona per ora poco interessante. Stessa cosa per Sabaf, che obbliga ad uscire tra il break-even e il leggero profitto, anche se continua a rimanere su livelli di prezzo che potrebbero dare qualche ottimo spunto. Troppo evidente invece il falso movimento di Enertad, la quale sfonda al ribasso 3,85 per poi chiudere sui massimi a quota 4,00 e che offusca le idee sul tipo di congestione in atto, attenzione. Movimento balordo anche per Air Dolomiti, che comunque rimane inserita in un trend più che positivo, non solo a livello grafico, ma anche nella crescita nel business come confermato dal comunicato stampa diffuso poche ore fa. Infine, nota di rilievo per Popolare di Cremona, che oggi sfonda i propri massimi con una notevole impennata dei volumi e sulla quale sono rientrato immediatamente a 13,12, con stop sotto 12,34 che sarà variato a seconda delle chiusure di oggi e domani. Anche se i volumi in denaro sono più grossi rispetto al solito, finché non ci si allontana seriamente da 13,00 non bisogna disdegnare l’eventualità di un falso breakout.

 

Forza Relativa Percentile:

 

 

 

 

 

 

Al prossimo report.

 

Grafici elaborati su dati www.clubdiborsa.com

 

(articolo di Sandro Mancini)

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