Stasera dunque la FED ha tagliato di 0.25 i tassi come da consensus del mercato e contro ogni mia aspettativa. All’interno del FOMC tutti hanno votato a favore del provvedimento tranne uno, R. T. Parry, il quale preferiva un taglio di 50 punti. Le motivazioni ufficiali sono non tanto la paura di una economia debole, che, al contrario, viaggia tra lo stazionario ed il recupero, bensì il tormentone di questo inverno: la deflazione o, più correttamente, di una inflazione assente o negativa. Personalmente non me l’aspettavo, anche alla luce degli ultimi dati che davano un core CPI a +0.3%, ritenevo che Greenspan, visto oramai le poche cartucce rimaste (ancora 4 tagli poi i FED funds andranno a 0!!!), preferisse attendere di vedere gli effetti di questa lenta ripresa sui prezzi per poi eventualmente tagliare di 50 punti. L’utilità marginale mano a mano che ci avviciniamo a 0 diminuisce sempre più e, nel caso in cui il sistema non reagisse positivamente, la politica monetaria si avvicinerà pericolosamente alla sterilità. Quindi se CPI e PPI continueranno a calare nonostante i tagli, allora, in quel momento, sarà importantissimo valutare la reazione delle spese delle famiglie: una sua riduzione connessa ad inflazione negativa potrebbe indurre effettivamente ad un avvitamento dell’economia USA.
Tassi bassi favoriscono gli investimenti aziendali, l’avvio di nuovi mutui e un fermento generale nel sistema del credito. Si dice che sia già in corso la bolla speculativa sul mercato immobiliare: poco di male se scoppia poiché sarebbe una delle condizioni che segnano il bottom del cosiddetto “ciclo austriaco”. L’importante è che le banche stiano attente a non finanziare dei “bidoni” stile fine anni ’90 e a non favorire investimenti in eccessiva capacità produttiva.
Se tutto andrà bene, come penso e spero, allora la ripresa del rialzo dei tassi seguirà la velocità della crescita inflazionistica. I segnali comunque dal reparto obbligazionario non tarderanno a venire.
REAZIONE DEI MERCATI. Gli indici al momento non hanno apprezzato questo taglio, con il Nasdaq Composite che perde 25 punti (come il taglio) da dopo notizia a chiusura, analogo discorso per Dow Jones dove i punti sono 100. I più euforici sono i bond che schizzano in alto con notevole velocità. Greenspan possibile candela di accensione della correzione del bull rally che si attendeva da tempo? Non credo, i mercati sono anarchici e non rispettano le autorità: se ribasso deve essere, ribasso sarà, FED o non FED.
L’outlook economico globale resta comunque improntato sempre alla neutralità.
Alla prossima.