Fine anno è sempre tempo di bilanci e io come tutti non riesco a sfuggire a questa consuetudine. Mi sembra passato un secolo quando Etom in una fredda mattinata del gennaio scorso mi proponeva di tenere un corso in tempo reale sulla scia di quello che stavano facendo Borsi e Barillaro. Ricordo che lo guardai inclinando il viso a 45 gradi quasi per capire se avesse voglia di prendermi in giro o cosa o forse rimasi molto più semplicemente terrorizzato dall’idea di mettermi in discussione. Beh, cari abbonati adesso lo posso dire, non potrò mai ringraziare abbastanza il direttore perché accettare quella proposta ha significato uno stimolo ineguagliabile a migliorarmi. I primi sei mesi li ricordo come durissimi perché si ha un bel da dire che è possibile operare sia al rialzo che al ribasso, ma, siamo sinceri, quelli della mia generazione sono nati, cresciuti e allevati con il concetto che in borsa si guadagna comprando e rivendendo a un prezzo superiore nel DNA e a parole è facile dire io opero anche al ribasso ma nella pratica di tutti i giorni la prima cosa che ti viene in mente è che se perdi al rialzo "mal comune mezzo gaudio", mentre se eri al ribasso quando il mercato ha fatto +3% allora sei il più cretino della covata. Ciò nonostante devo dire che però lo sforzo di creare e seguire una metodologia aveva dato sino a quel fatidico 26 giugno risultati non eccezionali, ma comunque positivi. Poi l’errore madornale, imperdonabile e che rimarrà impresso nella mia mente campassi cent'anni: continuai a far trading nonostante la morte di mia madre. In una settimana commisi tutti gli errori che non bisogna mai commettere e finii per perdere quasi tutto il guadagno faticosamente racimolato in sei mesi. Shock, cervello fritto, considerazione di me stesso sotto zero e così quasi per caso una decisione saggia: stop al trading per 40 giorni, vacanze con la famiglia e studio di alcuni aspetti (money-management) che non mi convincevano della mia attività. Dopo ferragosto riprendo molto cautamente (leggasi capitali irrisori) a fare trading e la sensazione è molto strana: qualcosa è cambiato in me, sono sereno, un po’ timoroso, ma soprattutto riesco a tenere sotto controllo il rischio. Settembre, ottobre, novembre e dicembre si concludono con un risultato che va al di là delle mie più rosee aspettative (19 su 21 settimane in utile) e che credo difficilmente replicabile, ma la cosa che finalmente mi rende ottimista è l’equity-line non più frastagliata, ma molto più lineare e con dei drawdowns psicologicamente sopportabilissimi. Con tutto ciò devo dire che ancora una cosa del mio trading non mi soddisfa assolutamente: l’uscita in gain. Troppo spesso tendo a non lasciar correre gli utili anche se devo dire che aver visto operare l’amico Domenico Foti al Top of the Top a Milano mi ha migliorato alquanto sotto questo punto di vista e comunque sarà l’aspetto che dovrò maggiormente approfondire nel 2002.
Sperando di non averVi annoiato colgo l’occasione per porgere a tutti Voi abbonati i migliori auguri di uno splendido 2002.