Non vi dico quante volte ho iniziato a scrivere questo articolo di fine 2002 che vuole fare un bilancio di un anno che per il sottoscritto rimarrà comunque indimenticabile. Non so quanti di voi l'anno scorso abbiano letto ?Io speriamo che me la cavo? dove cercavo di farmi coraggio di fronte ai tanti dubbi che avevo nell'aver scelto dopo 23 anni di cedere l'azienda per dedicarmi a tempo pieno al trading. Ebbene dopo un anno l'unico rammarico che mi rimane è… di non aver avuto il coraggio di farlo prima!
Attenzione, non vorrei venire frainteso, l'aspetto economico (pur molto soddisfacente) è l'ultimo dei motivi di questa mia affermazione. La cosa che più mi preme cercare di trasmettere è che a me in questo anno è successa una cosa meravigliosa e di cui mi sono accorto lentamente: mi sono riappropriato del TEMPO. Vi pare poco? Prima con l'azienda ogni mia decisione era vincolata al raggiungimento di determinati obiettivi, adesso il tempo ha assunto un'altra dimensione. Un esempio? Prima ogni volta che salivo in macchina avvertivo la pressione del tempo, la fretta di arrivare il prima possibile per guadagnare un minuto; ora mi sembra di essermi liberato da una schiavitù, quando salgo in macchina non ho mai fretta, ho tempo da dedicare a mio figlio, a mia moglie, a me stesso e questo adesso che l'ho vissuto non ha prezzo. Due mesi di ferie, ma quando mai li ho fatti? E due mesi di ferie con la facoltà di poter lavorare se le condizioni del mercato lo permettono (vedi luglio 2002) o di non far niente se non c'è niente da fare sono qualcosa che fa stare bene anche una persona che più di 20 giorni di vacanze all'anno ha sempre fatto fatica a fare. Chi mi conosce sa quanta importanza io attribuisca al capitale psicologico di ognuno di noi ebbene solo oggi posso dire di aver capito quanto io abbia trascurato il mio negli anni scorsi.
Detto questo non vorrei fare passare il messaggio che il mestiere del trader sia tutto rose e fiori, anzi proprio in questo momento sto trovando moltissime difficoltà nell'iniziare la mia più grossa sfida del 2003: incrementare il capitale investito mantenendo inalterata l'equity-line. Già l'equity-line… Il salto di qualità nel trading sono riuscito a compierlo solo analizzando a fondo questo aspetto e soprattutto quando ho capito che il mio capitale psicologico non è in grado di sopportare non solo i grandi drawdown ma anche i grandi guadagni (sembra illogico ma è così… ) e sono così riuscito a impostare il mio trading con l'obiettivo primario di perdere poco qualunque fosse il time-frame o il tipo di operatività (scalping, intraday trading, swing trading) che stessi intraprendendo.
Altra domanda che quasi tutti mi fanno: perché continui a vendere le castagne in ottobre e novembre? Sono convinto che il mestiere del trader alla lunga rischi di allontanare un po' dalla realtà; rendersi conto che la gente normale fa una tremenda fatica a guadagnare 100 euro al giorno aiuta a volere bene al proprio lavoro, a rispettare le regole e a non adagiarsi sugli allori.
Come trader sono ancora nella fase dell'ingenuità e sento di avere tantissimo da studiare e da migliorare: adoro scorrere centinaia di grafici tutti i giorni su qualsiasi time frame alla ricerca dell'Holy Grail (il pattern infallibile) che so perfettamente non esistere, ma solo questo continuo guardare grafici o studiare il comportamento dei vari book mi fa sentire in simbiosi con il mercato come un tennista sente la racchetta un prolungamento del braccio e non un semplice strumento per giocare. Da più di due mesi sto dedicando parte dei miei approfondimenti ai grafici mensili che non so perché ma hanno un qualcosa di diverso, di misterioso, di intrigante dai grafici degli altri intervalli temporali; sembra una follia sentirlo dire da un trader che non tiene mai una posizione overnight e i cui trade durano sempre meno minuti ma è la verità…
Per chi non lo avesse capito sono felice perché faccio il lavoro più bello del mondo: IL TRADER!
Buon 2003 a tutti!