Natale si avvicina e la Borsa ha dato i suoi regalini a chi ha saputo o ha avuto il coraggio di cavalcare quest’ultimo rally. Che dire allora per questo dicembre? Mettersi dalla parte del toro sarebbe la cosa più saggia visto l’effettiva stagionalità positiva del mese di Santa Claus. Proprio oggi facevo infatti due conti: l’indice Comit dal 1975 ad oggi ha chiuso nel 67% dei casi più alto del mese precedente, mentre l’S&P, calcolando dal 1991, ha fatto peggio solo nell’anno 1996. Continuando a guardare al passato, su tutti i mercati si nota come l’ampiezza percentuale di quest’ultimo rimbalzone è al momento di poco inferiore al movimento scaturito dopo il 21 settembre 2001 e con una pendenza non molto dissimile, rialzo che come sappiamo tutti terminò poi con una fase di congestione e la ripresa del dominio dell’orso.
Avremo quindi una replica di fine 2001 inizio 2002? Probabilmente sì, probabilmente no, “depende”. Probabilmente sì se gli americani, cuore del Pil mondiale, decideranno di darsi più alla spiritualità che non alla perdizione in un consumismo sfrenato, sì se alle imprese mancherà il catalizzatore che le stimoli nel riprendere ad investire (l’ISM continua a rimanere stabilmente sotto 50), sì se la BCE continuerà a non voler mettere mano ai tassi, sì se terroristi pazzoidi agiteranno le acque, sì e molto sì se i bilanci dell’anno delle imprese non daranno segni di speranza. Se ad ogni evento A corrisponde un evento A’ detto complemento di A in U il quale contiene tutti i punti di U non compresi in A, verrebbe allora da dire che “probabilmente no” è la risposta più corretta nel caso capitassero avvenimenti in antitesi ai precedenti. Ad essere intellettualmente onesti, risulta alquanto ovvio che tale ipotesi sarebbe assurda perché vorrebbe dire trovarsi in pieno boom economico, quindi, la continuazione del trend in atto è più plausibile che avvenga in un clima tra il piatto e il leggermente positivo, anche se, ce lo rendiamo conto tutti, un movimento di ritorno sugli indici sarà inevitabile per tirare lo scrollone ai ribassisti.
Sul fronte della forza relativa niente di nuovo rispetto all’ultimo report. C’è Merloni che guizza su e giù in maniera indefinita anche se con volumi, Air Dolomiti ed EnerTAD che sonnecchiano e Sabaf che sfonda i 15,10 con forti scambi. Purtroppo la forza propulsiva di quest’ultima non l’ha sospinta fino ai 15,80, livello sul quale in caso di fatica nella rottura è preferibile prendere profitto (o in ogni caso portare gli stop a break-even) ove evitare di rimanere vittima di un potenziale doppio massimo. I leader continuano sempre a starsene nascosti e questo complica di molto il lavoro e mettono un’ombra di negatività sul mercato in generale, rimaniamo vigili.
Forza Relativa Percentile:
Al prossimo report.
Grafici elaborati su dati www.clubdiborsa.com