Sui mercati ci sono ormai due fazioni contrapposte: una (a cui dicono che io appartenga, sic !) è quella che crede che i prezzi abbiano già scontato ogni sorta di cattiva notizia sul fronte macro e che quindi si possa trovare del valore nei titoli che sono stati più massacrati finora. Generalmente chi appartiene a questo partito pensa come me che il rally di Santa Klaus è vicino e quindi ?u' passato è passato scurdammoce u' passato?. Da qui si sale, anche se non sono escluse puntate al rialzo, e quindi è giusto il ragionamento che va bene un ribasso del -6% se è seguito da un rialzo di almeno il +7% o almeno di un +6%. L'altra pensa che le pesanti conseguenze della crisi finanziaria si faranno sentire acutamente anche nei prossimi mesi se non anni (i più catastrofismi) e quindi nuovi minimi (di solito piazzati verso gennaio febraio 2009) sono ancora possibili per un lento recupero.
Il taglio dei tassi di 1.08 in Cina, a sorpresa, è significativo della quantità di dollari che vengono lanciati sul tappeto. E le promesse (minacce) di Sarkozy e della Merkel di fare strame del Patto di Stabilità sono un segnale forte, molto forte, anzi fortissimo che i policymakers si stanno muovendo in modo massiccio per contrastare la crisi. Per questo l'SP500 ha inanellato ben 3 sedute di spettacolare rialzo e se anche prevediamo un piccolo storno sicuramente non si può dire altro che tanto più si tiene lontano dal supportone di 820 tanto meglio è.
Quando si fanno queste sbrodolate bisogna comunque fare molta attenzione: l'Italia è il vaso di coccio tra i vasi di ferro. Se guardate la televisione ora tutti parlano della crisi, Ballarò parla della crisi come Vespa e come tutti gli altri bamba del caravanserraglio nazionale. Questo perché la crisi è già al suo massimo e del resto fanno lo stesso con la Borsa, se ne parlano in maniera entusiastica siamo sui massimi. Quindi se a livello temporale diciamo che io appartenendo al primo partito di cui sopra vedo per la primavera ? estate un allentamento della tristezza macro a livello generale penso che da questa crisi colpirà l'Italia in maniera fortissima: alto debito pubblico e conseguente incapacità di allievare la crisi con la politica fiscale, deindustrializzazione spinta perché in ogni caso in questo paese non si può fare industria (forse politica camorra familismo sì, ma l'imprenditore non è il paese adatto per farlo), mancanza di spirito innovativo e soprattutto mancanza di voglia di lavorare, calo demografico eccetera eccetera. In conclusione è probabile che se a livello macro vedremo il mondo ripartire noi ci prenderemo un bello zero di crescita per qualche anno ancora, se non peggio.
Ma veniamo ai mercati, che hanno visto l'Asia chiudere stamattina in rialzo per il quinto giorno consecutivo e l'SP500 disegnare un ottimo recupero. Vediamo alcuni titoli:
Banca Finnat: prendere il coltello che cade, ma i volumi sono interessanti, la lasciamo ai lettori
Esprinet: ecco qui che ci chiede di entrare, buy 4.2325 stop, lo stop loss però lo cerchiamo di tenere ben stretto, non appena entriamo lo comunichiamo.
Bund: l'azionario dovrebbe ritracciare, siamo ormai un po' troppo estesi al rialzo, comunque senza sapere né leggere né scrivere un buy a 121.59 stop lo dobbiamo piazzare.