Oggi avevo segnalato un possibile Buy su san Paolo Imi (tra l'altro tra tanti impegni non mi ero accorto che il titolo era nel mirino di Mariani e nel portafoglio di Ciotti). Quando ho notato che nonostante gli indici americani positivi il titolo è sceso sotto a 10,70 ho messo, per scrupolo un ordine short alla rottura del minimo di giornata nel caso (che consideravo remoto) che il titolo scendesse al punto da andare a chiudere il gap.
La discesa è stata talmente veloce che il mio ordine è saltato quindi a maggior ragione non c'è stato tempo di segnalarlo sul sito (idem per Tiscali). Lunedì vedremo se e come prendere posizione sul titolo.
Uno dei fattori che ha inciso sul crollo viene dal seguente articolo su TgFin (di cui vi riporto alcune righe) che annuncia il ritrovamento dei soldi di Tanzi. Vero o no, ci sarebbe molto da discutere su questi annunci clamorosi a mercati aperti. Certo che se fosse vero non sarebbe ulteriormente credibile la tesi delle banche vittime della truffa Parmalat…
"Zauli ha spiegato a Tgfin il sofisticato piano finanziario che Tanzi e i suoi uomini avrebbero messo in atto nel corso degli ultimi anni e l'avvocato di Forlì ha dichiarato di aver ricostruito il complicato percorso del denaro grazie alla collaborazione di un team di esperti investigatori operanti in diversi Paesi.
Risulterebbero coinvolti dunque più istituti di credito nazionali. Ognuno di questi avrebbe avuto l'incarico di trasferire alla Bank of America di Milano una parte del complessivo ammontare che doveva alla fine arrivare oltreoceano. Proprio in questo senso, la parte del leone la avrebbe fatta la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza (ora gruppo Banca Intesa) che avrebbe spostato oltre 2,7 miliardi di dollari. L'Unicredito invece avrebbe trasferito oltre 1,2 miliardi di dollari. E sulla lista fornita dall'avvocato Zauli compaiono poi il San Paolo Imi con 790 milioni di dollari trasferiti, il Monte Paschi di Siena con 355 milioni di dollari, il gruppo Capitalia con 287 milioni di dollari, la Banca Monte Parma con 100 milioni. E, ancora, la Banca di Piacenza con 621 milioni e la Banca Popolare Lodi con 816 milioni. Ognuno di questi istituti avrebbe compiuto i relativi trasferimenti alla Bank of America di Milano in diverse tranche, distribuite su un arco di tempo che va dal 1999 al 2002.
I soldi sarebbero poi passati dalla Bank of America di Milano alla sede di New York dello stesso gruppo creditizio. E questo passaggio sarebbe avvenuto tramite una cosiddetta operazione di compensazione: il conto in Italia sarebbe stato ?decreditato? e, contemporaneamente, quello americano sarebbe stato accreditato per pari valore. Il tutto praticamente in tempo reale.
Arrivato a New York, il denaro, sempre secondo la ricostruzione dell'avvocato Zauli, sarebbe stato investito in bond dello Stato americano. Alla Federal Reserve gli oltre 7 miliardi di dollari sarebbero stati indicati da Bank of America come fondi riconducibili al gruppo Parmalat (per conto degli obbligazionisti dell'azienda di Collecchio). "
da TgFin