E' un evento curioso quando i numeri raccontano la nostra esperienza epidermica.
L'Institute of International Economics ha calcolato, prendendo come base il 1999, anno di avvio dell'Euro, ed utilizzando come parametri di base i movimenti del costo del lavoro e dei prezzi, l'euro in Germania si è apprezzato del 4% rispetto al dollaro Usa e quello in Francia del 9% mentre quelli di Italia e Irlanda sono cresciuti del 17% (dicesi 17% diciassette per cento). Se poi si considera all'interno dell'area europea l'euro italiano si è apprezzato del 20% rispetto a quello tedesco e di oltre il 15% rispetto a quello francese.
La ragione ? Il cambio effettivo tiene conto dell'incremento dei prezzi dei costi di produzione, che sono il lavoro dipendente, i trasporti, i costi dei servizi della pubblica amministrazione e la sua efficienza, il peso fiscale, etc. E se i prezzi in Italia crescono de facto di più che in Germania, ma il cambio nominale è fisso o siamo in una situazione di integrazione monetaria (non cambia nulla rispetto all'ipotesi di cambio fisso), allora significa che l'euro "italiano" si apprezza sull'euro "tedesco".