RASSEGNAMOCI: DOBBIAMO DIVENTARE TUTTI UN PO' CINESI


La Cina anche nel momento della disgrazia continua a mostrarsi come il motore della crescita. Ieri Wall Street ha applaudito alla notizia che la crescita prevista per il 2009 sarà solo dell'8% ma questo serve a rimettere in moto il mondo e soprattutto la fiducia. Da qui il rimbalzo di Wall Street di ieri anche se bastava leggere il LombardReport.com un mese fa esattamente per vedere come l'indice manifatturiero cinese, passato pressappoco da 45 a 49, sia ad un passo da quel livello di 50 che separa la recessione dalla espansione.

 

Oggi BCE e Bank of England taglieranno i tassi e già le agenzie battono comunicati in cui si parla di quantitative easing e di altri strumenti di tipo monetario oltre al taglio dei tassi per rianimare l'economia. Ma l'umore dei mercati sta cambiando. Anche giornali generalisti come Repubblica ieri mostravano un rapporto in cui si diceva che la flessione dell'economia italiana nel corso del 2009 sarà al massimo 2.6% tendenziale ma che quello sarà il punto di minimo ed in ogni caso già le stime sono state riviste al rialzo passando da un -3.6% ad un 2.6%. Insomma, dagli e dagli poi alla fine si reagisce a tutto e si reagisce anche alla recessione. Come dice un mio conoscente imprenditore, scompariranno quelli che dovevano scomparire. Amen. Shumpeter sarebbe contento di una asserzione come questa.

 

Parlavo ieri con una signora che ha un ditta individuale di imballaggi, confezioni e altri servizi di tipo manuale. Lei dice che prima si limitava ad andare nell'azienda cliente dove trovava i cartoni da piegare e qui svolgeva il servizio. Poi sono arrivati i cinesi che invece si occupano di andare a prendere i cartoni dal fornitore, se li portano a casa e li piegano e quindi li trasportano all'azienda cliente già imballati. Insomma, chiavi in mano. Dopo un anno passato a lamentarsi la signora ha reagito: si è comprata a mutuo un camioncino, ha affittato i locali di un elettricista fallito sotto casa sua e fornisce lo stesso servizio di prima allo stesso prezzo dei cinesi. Ed ovviamente i clienti preferiscono andare da lei che è conosciuta piuttosto che dai cinesi. Lei impreca e si lamenta che lavora come una cinese ma l'azienda ha ripreso a macinare profitti. Tutti dobbiamo diventare un po' cinesi, questo è il messaggio di questa crisi, così come i cinesi, purtroppo per noi, diventeranno sempre  più benestanti. I cinesi lavorano meno e noi lavoreremo di più. Questo è il nostro destino.

 

Interessante il doppio minimo in formazione sul Crude Oil e quello sul CRB index. Se continuiamo di questo passo possiamo entrare con un ETF visto che ce ne sono di abbastanza, ripetiamo abbastanza, liquidi.

 

Manteniamo il buy sul Bund ma lo spostiamo a 125.67 stop.

 

Vediamo alcuni titoli italiani:

 

Fiat: un rialzo del 14% di Fiat testimonia che qualcosa sta cambiando nell'aria. Se osservate un grafico di Fiat daily noterete come i minimi sono ormai allineati dopo un periodo che erano decrescenti in maniera dolce. Gennaio e febbraio la Fiat, mi diceva un grosso concessionario, ha venduto in maniera frenetica macchine. Sarà anche merito dei nostri soldi di contribuenti con le rottamazioni e gli ecoincentivi, ma e dalla logica e dai grafici sembra che Fiat abbia superato il momento della incertezza. Sul mercato notate anche come i volumi hanno iniziato a picchiare da inizio 2009.

 

Eurotech: spettacolare l'incremento di volumi degli ultimi giorni, da comprare sicuramente non appena si presenti un punto tecnico che minimizzi il rischio.

 

Esprinet: buoni volumi ieri e movimento di avvicinamento ai massimi relativi: sempre in attesa di un breakout.

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