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Quando si alza la marea sale tutto, anche la sporcizia


Ci sono due notizie che meritano di essere ricordate quest'oggi. La prima è che  nel mese di maggio e giugno il numero dei contratti scambiati sulla Borsa italiana sono assolutamente sprofondati mentre il controvalore è rimasto a livelli non preoccupanti. Che significa ? Significa due cose: gli istituzionali stanno comprando a man bassa (e poco sotto vedremo perché) e i privati sono tutti morti e quei pochi che sono vivi si stanno spostando su Eurex e CME (del resto se anche il bisonte di Fineco è arrivata ad abilitare questi mercati questa la dice tutta senza troppi giri di parole). Da fonte confidenziale l'intelligence Lombard segnala che ai primi di giugno si è tenuta una concitata riunione presso Borsa italiana dove sono state convocate tutte le sim on line per discutere della Roncisvalle del trading on line italiano. Musi lunghi e facce tra lo spento ed il disperato, per carità di patria evitiamo di fare nomi e cognomi. Ma sembra che lo spostamento profondissimo dall'Italia all'estero e non da ultimo il fatto che ormai ci siamo rimasti solo noi di Lombard e altri quattro gatti sulla barricata inizi a preoccupare anche i piani alti della Borsa italiana e del mondo finanziario. La conclusione è semplice: che succede alla Borsa quando sono morti tutti ? La risposta che conosciamo benissimo è che "non può fare altro che andare al rialzo".

 

La seconda notizia, un po' stagionata peraltro, è che quando si alza la marea tutto sale, anche la immondizia. La globalizzazione odierna farebbe contento Adam Smith, visto che per il teorema del vantaggio assoluto si è innescato un gigantesco meccanismo di delocalizzazione ? specializzazione produttiva che sta facendo precipitare i costi delle merci. Onestamente le magliette è bene per tutti produrle in Cina piuttosto che a Carpi o nel Triveneto. Sarebbe meglio qui dedicarsi all'uso del cervello, ma che poi ne siamo capaci oppure no questo è un altro paio di maniche. In uno studio della Banca Mondiale c'è scritto che il 2004 ed il 2005 rischiano di essere gli anni boom della crescita nel mondo in riferimento all'ultimo ventennio: gli USA corrono al 4% all'anno, la Russia vola, l'Asia si impicca a forza di crescere, la Cina cresce talmente tanto che ormai il governo cinese è terrorizzato, l'Australia non ha mai smesso di crescere. Solo l'Europa, oberata da vent'anni di "economia sociale di mercato", acuisce il suo ritardo rispetto al mondo e la sua crescita sembra un prefisso telefonico, sempre zero virgola qualche cosa. Eppure, eppure quando il mondo corre anche l'Europa, seppure fiacca, seppure fanalino di coda, ne risente, prima o poi. Dire prima o poi significa dire niente. Ma ecco che questa settimana è apparsa la notizia che volevamo leggere da tanto tempo, perlomeno dal 2001:

Il fatturato industriale in aprile 2004 è cresciuto del 3,6 per cento rispetto a marzo, segnando il maggior incremento da luglio 2000, e del 7,9 per cento rispetto ad aprile 2003. Lo rende noto l'Istat, precisando che la variazione tendenziale è la più elevata da dicembre 2002, che si era chiuso con un +9,6 per cento. Gli ordinativi industriali in aprile sono aumentati dell'1,1 su base mensile e del 3,4 a livello tendenziale.

In aprile l'indice del fatturato è aumentato, rispetto allo stesso mese del 2003, del 14,4 per cento per i beni strumentali, dell'8,1 per i beni intermedi e del 6,2 per i beni di consumo (+13,7 per quelli durevoli e +4,5 per quelli non durevoli). In calo, invece, l'energia, che ha registrato una diminuzione del 5,1 per cento. "Gli indici destagionalizzati del fatturato per raggruppamenti principali di industrie – spiega l'Istat – hanno segnato un aumento congiunturale del 5,3 per cento per l'energia, del 3,9 per i beni strumentali, del 3,6 per i beni di consumo (+5,8 per quelli durevoli e +3,1 per quelli non durevoli) e del 3,2 per i beni intermedi".

Gli ordinativi nazionali sono cresciuti in aprile dello 0,1 per cento rispetto ad aprile 2003 mentre sono calati dello 0,9 rispetto a marzo 2004. Gli ordinativi esteri, invece, hanno registrato una variazione tendenziale positiva per l'11,3, mentre a livello congiunturale hanno registrato un aumento del 5,7. Complessivamente nei primi quattro mesi dell'anno gli ordinativi sono saliti del 4,1, spinti dal +4,9 degli ordini esteri e dal +3,9 di quelli nazionali.

Ovviamente, come si addice al nostro giornalismo finanziario che fa ridere i polli, la parte interessante della notizia era quella finale che racconta di come siano gli ordinativi dall'estero a volare. E questo conferma la nostra visione: l'Italia è uno stagno di acqua morta che viene smosso dai sassi lanciati dagli stranieri. Non è piacevole, perché non ha moto proprio, ma tant'è e comunque sia la notizia positiva è che l'acqua viene smossa. Del resto non bisognava essere un gran analista fondamentale per capire, leggendo i bilanci 2003 riportati sul Sole, che qualcosa stava cambiando nella musica dell'economia italiana. Bravo dunque Mariani che è pieno come un ovetto …

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