Con questo articolo rispondiamo ai quesiti che ci hanno inviato numerosi amici emiliani.
Ci chiedevano perché avessimo alleggerito talune posizioni tra i non quotati( Veneto Banca,Popolare Pugliese) mentre non avevamo toccato il pacchetto di Banca Popolare S.Felice sul Panaro.
La ragione risiede nei dati di bilancio al 30 giugno.
La Popolare S Felice ha mostrato un incremento del patrimonio del 33%,dell'utile semestrale del 49,8%.Ma ancor piu' favorevole è il TIER 1 che si attesta al 20,6%.
Tutto questo mentre le banche quotate dibattono la possibilita' di dovere effettuare pesanti aumenti di capitale,in questo difficilissimo momento,pe riportare dal 6% al 7% – o all' 8%-tale rapporto.
Qui ci troviamo con una "banchetta" che ha visto in sei mesi crescere il numero delle filiali da 14 a 18 e che non licenzia.Anzi i dipendenti sono cresciuti del 7%.
Ovvio che con queste premesse,visto che la quotazione rimane attorno alle valutazioni del 2007-tenendo conto dell'auimento di capitale misto effettuato -non siamo portati a vendere. Una "banchetta" con TIER 1 al 20,6%,unica posizione consistente tra i non quotati su un portafoglio totalmente vuoto da un anno e mezzo(escluso la fortunata operazione Ergo Previdenza)è un "rischio" che si puo' correre,sperando di non sbagliare…
Per Veneto Banca ripetiamo che ammiriamo la bravura del gruppo dirigente,la sua capacita' di sviluppare da 15 anni le banche controllate e di rilevare sportelli a costo contenuto. La vendita è soltanto imputabile ai numeri. Il rapporto C/MP è 1,3 mentre per banche quotate-che pero' ancor oggi non acquisto-si parla di 0,5.Per non citare la nostra vecchia conoscenza Banco di Sardegna risp che quota ancora meno.Davanti a questi dati è ovvio che un eventuale futuro acquisto premi le banche piu' sfacciatamente sottovalutate.E noi prepariamo le munizioni anche se non sappiamo assolutamente quando le utilizzeremo…
La situazione del mercato azionario rimane molto fragile. La nota piu' positiva è il diffusissimo pessimismo.Significa che chi doveva vendere l'ha fatto. Ma prima di rientrare in borsa….
Ci mancava il crac di Madoff per mandare in fibrillazione le borse. Una perdita colossale che dovrebbe insegnare qualcosa. Nessuno regala niente. Grandi utili presuppongono grandi rischi. Anche se è il vicepresidente del Nasdaq a proporvelo…Megli il lombardreport.com che onestamente,da un anno e mezzo,ha liquidato il suo portafoglio azionario in attesa di tempi migliori.
Nel frattempo,oltre alle quotazioni italiane,monitoriamo sempre oro ed argento. Il segnale di acquisto non scatta ancora.Ma con l'aria di default finanziari che circola sui mercati è meglio tenere gli occhi aperti per cogliere un eventuale uncino.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)