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Piano Bar : Torniamo sui Certicates con Leva


Piano Bar di Virginio Frigieri

Torniamo sui Certificates con Leva…

 

A marzo di tre anni fa, ci occupammo con una lunga serie di articoli dedicata ai ?Padri di Famiglia?  di spiegare le varie tipologie di certificati che cominciavamo ad apparire sul mercato.

Da allora ad oggi il mondo dei certificates ha avuto una vera e propria esplosione; ne sono nati una miriade, diversi per tipologia , categoria e sottostante, e l'industria finanziaria continua a sfornarne di nuovi a una velocità impressionante. Alcuni siti fortunatamente si sono specializzati e riescono a fornire dei report settimanali o quindicinali, che consentono anche a chi non è sul pezzo tutto il giorno di restare aggiornati su quello che succede.

Uno di questi che seguo con interesse è www.certificatiederivati.it , ma potete divertirvi a cercarne altri su internet. Anche il numero delle società emittenti si è moltiplicato nel tempo e questo se da una parte fa bene al mercato perché amplia la gamma dei prodotti disponibili, dall'altra contribuisce molte volte a confondere l'investitore, che si trova prodotti simili, catalogati con nomi diversi.. per cui se vado sul sito di una emittente trovo la categoria dei Leverage Certificate, che da un'altra parte magari si chiamano Mini future divisi in mini long e mini short e da una altra parte ancora Leva  Certificate divisi in Leva long e leva Short.

Quello che vogliamo fare oggi non è la carrellata di tutte le emittenti e delle differenze che pure esistono tra il certificato in leva fornito dall'emittente ?A?,  rispetto ad un certificato in leva emesso dall'emittente ?B?. I nostri lettori sono maggiorenni e vaccinati, sanno che prima di acquistare questi prodotti è sempre bene scaricarsi la documentazione dai siti dell'emittente, leggere con attenzione le informative disponibili ed eventualmente approfondire su siti come quello sopra citato che spesso e volentieri dedicano ampi articoli al confronto di strumenti analoghi di emittenti diverse sviscerandone le differenze e i punti forti e deboli dell'una o dell'altra emittente.

Noi vogliamo solamente far capire con qualche esempio perché e quando può essere interessante ricorrere alla famiglia dei Certificati con leva , in alternativa all'investimento diretto nel sottostante. Siccome i lettori sanno che da anni seguo con attenzione le emissioni di ABN AMRO ora confluita in RBS bank, tanto per non far torto a nessuno e per comodità mia, continuerò ad usare negli esempi che vediamo i certificati di questo emittente, poi ognuno di voi sceglierà quelli che crede.

Prima di iniziare bisogna poi dire che, per non bloccare troppo capitale su un titolo, esistono da anni  le classiche Opzioni Call e Put che consentono di mettere in pratica tutta una serie di strategie anche sofisticate. Per non andare fuori tema limitiamoci ad un esempio banale:

Se io sono convinto che nei prossimi 12 mesi il titolo Generali dovrà salire almeno sopra i 20 euro dai 16 che quota  ora, posso ovviamente fare la cosa più semplice e comprarmi diciamo 1000 azioni Generali così facciamo un conto pari. Detto fatto io avrò tuttavia 16.000? bloccati su questo investimento. Oppure, in alternativa, posso andarmi a cercare una Call con scadenza Giu 2010 ATM (At The Money) a 16 euro e scoprire che il market maker ci da un denaro a 1,976 se dovessimo vendere e una lettera da colpire se vogliamo comprare di 2,56 euro. Non posso ovviamente, né voglio tenere qua un corso di opzioni,  e quindi lungi dal voler parlare delle cosidette ?Greche? e della formula di Black & Scholes per il calcolo del prezzo di un'opzione, e quindi mi limito a dire che se acquistassimo questa opzione noi sborseremmo subito per 1000 azioni, 2560 euro e cominceremmo a guadagnare se e quando Generali superasse i 18,56 Euro avendo scelto come prezzo strike i 16 euro. Potrei ridurre l'esborso di capitale prendendo uno strike OTM sui 17 o 17,5 ma di nuovo, andiamo su discorsi che esulano dall'obiettivo di questo articolo.

Nei 2,56 euro di premio pagato alla controparte, le due componenti più pesanti sono il fattore tempo e la volatilità. Questo significa che se il titolo si bloccasse in orizzontale a 16 euro, noi vedremo decrescere il valore del nostro contratto in maniera esponenziale con l'avvicinarsi della scadenza. Tanto per dare un'idea fra 4 mesi quando ci siamo giocati un terzo della vita del contratto avremo perso un 10/12% , poi fra 8 mesi quando ci siamo giocati due terzi delle vita del contratto avremo perso circa un 40% e che negli ultimi 4 mesi del prossimo anno vedremmo il contratto scendere a zero, perdendo il restante 60% del contratto pagato.

Nel frattempo forti variazioni di volatilità sul mercato rispetto a quella odierna che hanno usato per fare quel prezzo potrebbe rallentare o accelerare la parabola decrescente sopra illustrata. La giusta volatilità da considerare nella formula, se non è un problema per una sala operativa di una SIM o di una banca,  è sicuramente più scomoda per un piccolo investitore soprattutto se non siete trader professionisti a tempo pieno che non hanno altro da fare.

Fatto questo preambolo doveroso, veniamo ai nostri certificati.

Nel caso di Generali, io posso andare sul sito di RBS bank www.markets.rbsbank.it selezionare sulla scheda prodotti la tipologia "MINI-LONG" e la categoria "Singola azione". Già nella prima pagina dovrei vedere un paio di prodotti su Assicurazioni Generali.

Se prendiamo il secondo che ha la leva più alta Codice ISIN NL0009055623, vediamo che :

  • Scade ad aprile del 2019

  • Ha un prezzo di riferimento del sottostante di 16,1 (il titolo sta facendo mentre preparo questo pezzo 16,14)

  • Ha uno strike a 11,33 euro

  • Ha un livello di StopLoss automatico a 12,13 euro

  • Me lo quotano a 0,46 in denaro e 0,48 in lettera

 

La formula per fare il prezzo teorico è talmente semplice che potete verificarla ad occhio:

(Prezzo del sottostante ? Current Strike) * coefficiente di parità che per  i titoli azionari è 0,1 quindi in pratica si divide per 10 mentre se fosse su un indice azionario come l'SPMIB sarebbe 0,0001 quindi si dividerebbe per 10.000.

16,1 ? 11,33 =  4,77 dividete per 10 ed il prezzo teorico è 0,477 euro, che in effetti è dentro alla forchetta denaro/lettera presentato.

 

Cominciamo dunque ad apprezzare alcune caratteristiche di questo strumento:

abbiamo un prezzo che non risente né dell'effetto tempo né della volatilità del mercato, e che è  facilmente calcolabile e verificabile.

Dal punto di vista economico questo strumento assomiglia molto all'investimento in future con in più il vantaggio che la scadenza molto lunga risparmia all'investitore di dover sostenere dei costi di rollover come accade sui future veri. Inoltre essendo lo strumento dotato di un livello di stop-loss automatico che estingue automaticamente lo strumento e rimborsa comunque una parte del valore, non vengono richiesti ulteriori margini oltre all'esborso iniziale.

 

L'effetto leva su questi strumenti si produce grazie al fatto che il premio che si paga corrisponde solo ad una frazione (una parte) del valore del relativo sottostante. Dopo sulla restante parte vengono praticati degli interessi che sono caricati giornalmente sul Current-Strike; e questo è di nuovo un vantaggio in quanto questi ?costi di provvista? impattano solamente per il numero di giorni in cui voi detenete il certificato. Ovviamente nella documentazione dell'emittente viene spiegato dettagliatamente come vanno calcolati questi costi in funzione del tipo di sottostante, cosa succede quando scatta uno stop loss e via discorrendo.

 

Riprendendo ancora il nostro esempio su Generali, se acquistiamo un certificate a 0,48 vediamo cosa succede se effettivamente Generali salisse di 1 euro da 16,1 a 17,1 euro.

 

Nell'investimento con le azioni avremmo 1000 euro di profit pari ad un + 6,21%

Supponendo che la variazione sia abbastanza veloce da non modificare significativamente il current strike, se riapplichiamo la formuletta di cui sopra viene un prezzo per il certificato pari a:

17,1 ? 11,33 = 5,77 * 0,1 = 0,577 euro. Ora la performance percentuale del certificato da 0,477 a 0,577 è pari al 20,96%  e quindi vediamo che la leva è grossomodo 3,37.

 

Ora due sono le possibilità per sfruttare questa leva: la prima vivamente sconsigliata è di mantenere ferma l'esposizione sul mercato di 16.000 euro per acquisire oltre il triplo di titoli.

Ovvero mi compro (16.100 / 0,48) = 33.542 certificati e a questo punto se il titolo aumenta di un euro come detto prima , rivendendoli a 0,57 euro incasso 19.118 ? con una plusvalenza pari a 3.018 euro anziché solo 1000 come con le azioni. Questo modo di ragionare vi espone ad alcuni rischi da non sottovalutare. Ammesso che nel vostro cervello, 16.000euro sia il vostro ?lotto medio? di acquisto e non sia anche minore, e che il vostro stop loss medio sia un 8-10% , significa che voi quando investite 16.000 euro siete abituati ed ?allenati? a sopportare perdite che vanno dai 1000 ai 1.600 euro. Usando la leva come sopra esposto, voi potreste trovarvi nel giro di poche sedute a sostenere una perdita dalle due alle tre volte maggiori di quello che è il vostro ?standard?.  Badate bene che l'aspetto economico della perdita in questo caso è il minore dei mali; il vero problema è che mettete a rischio il vostro ?capitale psicologico? che è l'unica risorsa che permette ad un trader di restare vivo; quando cala il capitale psicologico è inevitabile fare nuovi errori che porteranno a nuove perdite. Queste cose a chi ha frequentato corsi lombardreport sembreranno scontate perchè ci  martelliamo più o meno tutti… ma siccome dalla regia mi dicono che gli abbonati stanno aumentando sensibilmente, allora torna inevitabile alla mente l'immagine di Hamburger Hill… ?nuovi trader si avviano alla linea del fuoco, non c'è tempo per i convenevoli, per spiegare che qui non si regala niente a nessuno, che è una crudele guerra? 

 

Molto più prudente e consigliabile a mio modesto parere, comprare un numero di certificati tale che il raggiungimento di 0,57 euro di prezzo ci procuri lo stesso guadagno (1.000 euro) che avremmo avuto comprando i titoli, ovvero :

 

1000 / (0,57 ? 0,48) = 11.111 certificati.

 

In questo modo spendendo (11.111 * 0,48) = 5.333 euro, al posto di 16.000 ci garantiamo lo stesso livello di performance se il sottostante va nella direzione sperata, e possiamo destinare gli undici mila euro risparmiati , per esempio a delle belle obbligazioni che ci maturino nel frattempo delle cedole più o meno sostanziose in funzione del rischio che andremo ad assumere.

 

Qualcuno si chiede perchè col passare del tempo se il titolo sale l'effetto leva diminuisce. Basta riprendere l'esempio da dove lo abbiamo lasciato per capire che chi entra dopo a parità di escursione a valore percepisce un rendimento più basso.

Abbiamo visto sopra che se il prezzo di Generali sale da 16,1 a 17,1 euro il prezzo del certificato varia da 0,48 a 0,57. Prendiamo ora il caso di un investitore che acquisti il certificato a quest'ultimo prezzo di 0,57 euro e che Generali dopo qualche seduta sia salita di un altro euro a 18,1 euro.

Per chi ha in tasca le famose 1.000 azioni iniziali sono altri 1.000 euro di profit. Se andiamo a ricalcolare il prezzo del certificate viene:

18,1 ? 11,33 = 6,77 * 0,1 = 0,677 euro. Ora per chi ha acquistato il certificato a 0,57 la performance percentuale del certificato da 0,577 a 0,677 euro  è pari al 17,33% e non al 20,96% di prima, così come chi ha comprato le azioni a 17,1 con un profit di 1000 euro, guadagna percentualmente il 5,84 al posto 6,21 iniziale. Prima il rapporto tra la percentuale di profit del certificato e del sottostante (la leva appunto), era pari a (20,96 / 6,21) =  3,37 , metre ora  (17,33 / 5,84) =  2,96 contro il 3,37 precedente. Se poi nel frattempo lo strike price di riferimento fosse salito significativamente la differenza apparirebbe anche più marcata.

Quindi , se il mercato è in una fase di incertezza ed abbiamo la possibilità di portare a casa un 5-7% di cedole comprandoci un'obbligazione e al tempo stesso vogliamo tenere il piede su un titolo in cui crediamo, assumendo lo stesso livello di rischio e di possibilità di profit, con un capitale di due terzi inferiore rispetto all'investimento sul sottostante, vale sicuramente la pena sperimentare questi prodotti, anche se qualche volta il market maker ci farà arrabbiare; viceversa sconsiglierei questa operazione, quando la leva dello strumento scende sotto 1,6-1,8 perché a quel punto il risparmio di capitale è molto meno consistente e di conseguenza diminuiscono anche le possibilità di profit significativi su strumenti alternativi..

L'altro aspetto positivo è che,  così come negli esempi visti, andavamo Long sul titolo Generali, esistono anche certificati per andare Short con le stesse dinamiche ed anzi con alcuni aspetti di non poco conto. Sui mini short la formula di calcolo del prezzo è uguale solo che il Current strike è fissato più alto rispetto al valore del titolo e di conseguenza invece di fare prezzo del sottostante ? current strike si fa il contrario :

(Current Stike  - Prezzo del sottostante) * coefficiente di parità

Ma mentre con le banche italiane se volete shortare il titolo Generali dovete pagare il cosidetto  ?prestito titoli? per ogni giorno in cui mantenete le posizione short, qua accade il contrario. Vendere oggi qualcosa che riacquisterò domani, implica un ricavo intrinseco dal mantenere questa posizione, e in questo caso grazie all'effetto leva abbiamo anche un'esposizione maggiore rispetto all'andamento del titolo. Ora sui mini?short questo ricavo viene ricalcolato tutti i giorni e sommato al current-strike. Quindi praticamente ci viene accreditata una quota interessi per ogni giorno in cui manteniamo aperta la posizione short ; che non è niente male.

 

Alla prossima.

 

 

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