Piano Bar di Virginio Frigieri
Special per Oro e Argento
Parte 1/5
Dopo un anno torniamo a parlare di oro e di argento…
Sarà anche che parlare di oro nella scorsa estate ci ha portato bene, aggiungeteci magari un pizzico di scaramanzia e capirete perché col ritorno dell'estate, volentieri torniamo sull'argomento per parlare dei preziosi metalli.
Prima di andare nello specifico dei due metalli preziosi, vogliamo ripercorrere il rapporto che nel corso dei secoli, è andato subendo variazioni ragguardevoli.
Gold/Silver Ratio
E' un rapporto che esprime quanti chili (o grammi) di argento si possono acquistare con un chilo (o un grammo) di oro. Tale rapporto ha subito nel corso dei secoli variazioni anche molto consistenti e di tale rapporto si ha traccia fin dall'antichità nell'epoca greca e romana.
Alla morte di Alessandro III detto Alessandro Magno nel 323 a.C. tale rapporto in Grecia era fissato a 12,5.
Nei secoli successivi nell'antica Roma questo rapporto fu arrotondato a 12.
Più recentemente 1300-1800 tale rapporto si assesterà attorno a 15-15,5
Nel 1980 tale rapporto raggiungerà la vetta record di 17 che schizzerà a 90 , una decina di anni dopo nel 1991, ed oggi questo rapporto oscilla tra 65 e 70.
Prima di correre ai giorni nostri, tuttavia, è bene fare un viaggetto nella storia di un bene che ha accompagnato la storia dell'uomo degli ultimi millenni. In origine i popoli primitivi, ed ancora oggi presso popolazioni sperdute della terra, si era usi adoperare come mezzo di scambio, oggetti fra i più disparati come per esempio conchiglie, perle, o ancora denti di animale, pelli, stoffe, sale, tè, etc), stimandone al momento dello scambio anche il peso.
Con lo sviluppo e l'aumento dei rapporti commerciali tra i popoli o le persone di uno stesso popolo, si manifesterà l'esigenza di possedere un bene in grado di esprimere il valore di tutti gli altri beni e allo stesso tempo di rispondere ad alcuni requisiti quali, la facilità di trasferimento , la divisibilità, l'inalterabilità , la conservabilità e non ultimo l'omogeneità per rendere perfettamente fungibili le diverse unità del bene. La risposta a questi requisiti, viene individuata nei metalli, soprattutto quelli preziosi. All'inizio ci si scambiano masse informi di questi metalli valutandone approssimativamente il peso, ed in seguito, si arriverà a coniare moneta.
Fino al XVIII secolo, saranno prevalentemente argento e rame i materiali più usati per lo scopo, mentre l'oro per la sua rarità e preziosità veniva prevalentemente usato negli scambi internazionali.
Ancora nel XIX secolo l'argento era molto impiegato, ma dopo il mezzo monetario per eccellenza diventerà l'oro che resterà comunque moneta internazionale e di riserva anche quando verrà soppiantato nell'uso quotidiano dalla moneta bancaria o scritturale.
Con l'andare del tempo e la crescita degli scambi si dovette arrivare a definire degli insiemi di norme che stabilissero e regolassero in un certo ambito territoriale quali beni dovessero essere utilizzati come moneta di pagamento, e i limiti di coniazione e di circolazione. Nacquero in questo modo i sistemi monetari. I sistemi monetari si dividono tipicamente in metallici quando l'unità monetaria (cioè la moneta legale assunta a base del sistema e di cui tutte le altre, le monete divisionarie a potere liberatorio limitato, sono multipli o sottomultipli) è di metallo o convertibile in metallo e in sistemi cartacei quando l'unità monetaria è il biglietto di banca inconvertibile, a corso forzoso. Nell'ambito del sistema metallico, si andranno a sperimentare sistemi monometallici (basati o su oro o su argento) e sistemi bimetallici basati sull'utilizzo simultaneo di oro e argento secondo un rapporto di concambio fisso stabilito per legge. E' il periodo storico in cui il rapporto tra oro e argento assume anche una valenza giuridica. Va detto anche che questo sistema denunciò ben presto i suoi limiti, perché limitandosi a fissare solo il rapporto di peso tra i due metalli, mentre il valore commerciale era lasciato libero di fluttuare finì per creare un varco alla speculazione, che come diceva nel 1551 , l'agente di commercio Sir Thomas Gresham ?crea una moneta buona ed una cattiva e la moneta cattiva caccia quella buona?; in realtà il detto si ritrova anche in un trattato di Copernico pubblicato nel 1525, mentre altri studiosi fanno addirittura risalire la paternità di tale detto ad Aristofane (405 a.C) nella sua commedia ?Le rane?. Il senso della frase è presto spiegato: se noi stabiliamo per legge che ci vogliono 15 grammi di argento per acquistare un grammo d'oro, e poi coniamo una moneta d'oro di un certo peso e 15 monete d'argento del medesimo peso per ogni moneta d'oro abbiamo creato un sistema monetario bimetallico in equilibrio. Ma se poi nel tempo, il prezzo dell'oro inizia a salire, e l'argento resta stazionario, tutti cercheranno di chiudere in cassaforte o seppellire in giardino le proprie monete d'oro , mentre cercheranno di pagare i loro acquisti usando solo le monete d'argento.
Così facendo nel giro di poco tempo le monete d'argento (la moneta cattiva) avranno soppiantato negli scambi le monete d'oro (la moneta buona). Per contro la moneta buona (nell'esempio quella d'oro) essendo considerata bene rifugio, andrà a cacciare dalle casseforti e dai giardini le moneta cattiva.
Con alterne fortune questi sistemi si sono alternati fino alla vigilia della seconda guerra mondiale, quando verranno sostituiti ovunque, dal regime cartaceo.
In Inghilterra per esempio, si abbandonerà il sistema bimetallico per passare al monometallico su base aurea già nel 1699. Gli Stati Uniti adottarono il bimetallismo nel 1792 su pressioni del segretario del Tesoro Alexander Hamilton. La Francia cercherà di introdurre un sistema monometallico basato su monete d'argento da cinque franchi nel 1801, ma dopo pochi anni, la scoperta di oro in Australia e in California, con conseguente calo dei prezzi dell'oro sull'argento , favorirà la coniazione dell'oro. Ancora nel 1871 la Germania che aveva inizialmente adottato l'argento, passò all'oro per unificare la coniazione a seguito della nascita dell'impero germanico ed anche perché l'oro non mancava, avendo la Francia pagato il risarcimento per i danni della guerra franco-prussiana alla Germania, proprio in oro. Altri paesi a monometallismo argenteo furono la Russia (dal 1810) e l'India (dal 1835).
La Germania passando al gold standard mise in vendita sul mercato una grande quantità di argento e la svalutazione che ne seguirà sarà praticamente irrecuperabile. La cosa ebbe i suoi effetti anche negli Stati Uniti che ebbero nell'ultima parte dell'800 cadute di prezzi e depressioni commerciali fino a quando nel 1900 la legge sul Gold Standard porrà fine alla politica del bimetallismo.
Gli anni successivi caratterizzati da crescita economica e graduale miglioramento delle condizioni di vita, faranno dimenticare in fretta questi guai, per ritornare prepotentemente alla ribalta con la grande crisi del 1929 che costringerà le autorità a tornare ad aggiungere l'argento alla base monetaria aurea degli Stati Uniti. Solo dopo la seconda guerra mondiale i sistemi bimetallici e metallici scompariranno definitivamente dai sistemi monetari di tutto il mondo.
Si tenga poi presente che a complicare ulteriormente il quadro c'era il fatto che stati diversi adottavano rapporti Oro/Argento diversi.
Ad esempio in Inghilterra dopo la riforma del sistema monetario del 1816 che portò in pensione le ghinee ed introdusse Sterline d'oro e scellini d'argento il rapporto di concambio era stabilito in 20 scellini d'argento per una sterlina d'oro. Poiché in una sterlina d'oro abbiamo 7,32 grammi d'oro mentre ogni scellino conteneva 5,23 grammi di argento abbiamo che in 20 scellini ci sono 104,6 gra mmi di argento. Con banale divisione 104,6 / 7,32 otteniamo un rapporto di 14,29.
Se invece ci spostiamo nella vicina Francia le cui regole monetarie erano state fissate il 28 marzo del 1803, vediamo che le cose cambiano. Le unità base della moneta erano la moneta da 1 franco d'argento contente 5 grammi di argento 900/1000 pari a 4,5 grammi di argento fino ed il 20 franchi d'oro (Luis d'or) che era una moneta contenente 6,45 gr di oro 900/1000 pari a 5,80 grammi. Quindi 20 franchi di argento fanno 100 grammi sporchi scambiabili con un Luigi d'oro da 6,45 grammi di oro sporchi. Il rapporto 100 / 6,45 da un rapporto di 15,50 che rispetto al rapporto precedente dell'inghilterra è un rapporto sporco. Infatti il calcolo fatto nelle stesse modalità inglesi avrebbe dovuto essere 20 × 4,5 = 90 poi 90 / 5,80 = 15,517.
Ad ogni modo questo rapporto verrà adottato come rapporto giuridico anche negli Stati Uniti e nei paesi della così detta Unione Monetaria Latina (dove oltre alla Francia c'erano Belgio, Svizzera, Italia e Grecia).
Da un punto di vista puramente pratico per il calcolo di monete equivalenti di oro puro, bisogna adottare la scala dei carati per le sterline e la scala dei millesimi per i marenghi.
Infatti la sterlina inglese è 22 carati (916,6666 / 1000) , e ragionando in carati è molto semplice ottenere un numero di pezzi che contiene oro puro pari ad un numero inferiore intero di monete. Infatti avere intasca una moneta da 22 carati equivale a dire che avete in tasca una moneta con 22 parti su 24 di oro puro e quindi se pagate un fornitore o un commerciante con 24 pezzi gli state dando un quantitativo netto di oro pari al peso lordo di 22 di quegli stessi pezzi; poi si può dividere tutto per due ed il ragionamento funziona ancora cioè ogni 12 pezzi avrò un contenuto di oro puro pari al peso lordo di 11 monete.
Sui marenghi che sono 900 millesimi se tentate di ragionare a carati diventa complicato perché 900 millesimi corrispondono a 21,6 carati. Molto più conveniente allora ragionare sui millesimi e dire che la moneta che abbiamo in tasca ha 9 parti di oro puro su 10 per cui pagando un acquisto con 10 pezzi gli stiamo dando un contenuto d'oro puro, pari al peso lordo (o sporco) di 9 pezzi.
A conclusione di questa prima parte osserviamo quindi come fino alla fine del 1800 il rapporto tra oro e argento ha subito variazioni contenute tra 10 e 18, mentre per tutto il 1900 questo rapporto è andato aumentando a discapito dell'argento fino a raggiungere il record storico di '90. Da questo massimo è iniziata una lenta discesa che ha riportato il rapporto fino a 51, salvo poi riportarsi attorno al valore tra 60 e 70 dei giorni nostri.
fine prima parte