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Piano Bar : La Resa dei Conti parte 1/2


Piano Bar di Virginio Frigieri

La Resa dei Conti ? Special parte 1/2        

 

Con quello che insegna la scuola di oggi ai giovani, se vi mettete a parlare di Socrate con uno di 18 anni , rischiate di sentirvi chiedere …?in che squadra gioca Socrate??

Preso atto che la gran parte dei più giovani, ma anche una larga fetta di padri di famiglia che non perde una partita di coppa per nulla al mondo, non ci stanno fondamentalmente capendo una mazza su quello che sta accadendo in questi mesi nel mondo, proviamo a riassumere la storia del denaro e delle transazioni economiche del come si è evoluto il sistema da quando l'uomo ha messo piede su questo pianeta, fino alla degenerazione totale senza precedenti che si sta realizzando sotto ai nostri occhi,  che sta accartocciando le economie mondiali come quando si appallottola un sacchetto di carta prima di gettarlo nel cestino.

In principio fu il baratto:

Prima che l'uomo imparasse a forgiare i metalli, le transazioni economiche venivano regolate attraverso il baratto. Uno aveva le pecore , il vicino di casa aveva i cammelli.., quell'altro coltivava cereali… fissati i ?pesi? di concambio , si finiva per scambiarsi che ne so, quattro pecore per un cammello, piuttosto che tot stai di grano per 5 pecore e così via. Lo scambio avviene quindi senza ricorrere ad una qualsivoglia unità di misura di valore monetario.

Ovviamente questo sistema comportava non pochi problemi, in quanto i prodotti da scambiare non si trovavano sempre contemporaneamente uno di fronte all'altro. Quindi poteva capitare che il contadino avesse bisogno della legna per scaldarsi in inverno, ma i legumi o il grano necessari  a ?pagare? il boscaiolo , fossero disponibili solo sei mesi dopo… la butto ovviamente sul banale ma giusto per far capire a tutti.

Va sottolineato poi che se il baratto è ormai scomparso della nostra vita quotidiana, questa forma di pagamento è ancora estremamente attuale ed usata a livello di grosse forniture tra i vari Stati,  soprattutto quando uno dei due non ha la possibilità di pagare con divise pregiate, ma dispone di cospicue ricchezze naturali.  

I cosidetti contratti ?barters? vengono appunto stipulati in genere fra due Stati, o per scambiarsi materie prime di cui uno dei due paesi ha un evidente surplus e l'altro una evidente carenza, oppure quando uno dei due paesi abbisogna di tecnologia e macchinari che non sa produrre e non dispone nemmeno del denaro necessario per comprarle sul mercato, ma ha ampia disponibilità di ricchezze naturali minerarie, energetiche o agricole.

Così può capitare che il ministero dell'agricoltura dello stato ?pinco palla? voglia acquistare 100.000 trattori in cinque anni per lanciare un pesante piano di modernizzazione dell'agricoltura del suo paese e, non potendo pagare in dollari o in euro lo Stato che glieli fornirà, si impegna a fornire in cambio, materie prime, che possono essere petrolio, piuttosto che cereali, o gas od altro ancora. Altre volte vengono pagate in questo modo la realizzazione di grandi opere pubbliche (dighe, centrali elettriche, trafori , ponti o quant'altro) in paesi poveri che a parte i soldi non hanno nemmeno gli uomini e il know-how per fare certe cose. Anche in questi casi è frequente che la commessa venga assegnata ad aziende straniere e lo stato committente paghi lo stato dell'azienda che fa i lavori in materie prime; successivamente lo stato rivendendo queste materie prime, incassa il denaro per pagare l'azienda che ha realizzato le commesse.

 

Ad un certo punto si cominciò a coniare monete:

Tipicamente si usavano oro, argento, rame e bronzo; sulla facciata della moneta era solitamente riportata l'indicazione della quantità di metallo pregiato contenuto nella moneta medesima. Questo passaggio è da ritenersi ancora oggi uno dei passi più importanti nella storia della civiltà umana.

L'introduzione della moneta presenta un sacco di vantaggi, poichè sono facilmente trasportabili, non si deteriorano facilmente e consentono di attribuire a ciascuna merce un valore nell'unità di misura della moneta in esame e lo scambio di qualsiasi merce con denaro che, una volta incassato, può essere subito usato per acquistare un altro bene.

I primi guai arrivano tuttavia, già sotto l'Impero romano quando intorno al terzo secolo, una popolazione in continua crescita stava sfruttando le risorse disponibili, molto più rapidamente di quanto la natura riusciva a ricostituire. Così sfamare e pagare l'enorme macchina bellica e sostenere i costi della pubblica amministrazione cresciuta insieme all'espansione dell'impero stesso diventa un'impresa ardua. La pressione fiscale anche allora come ora era già molto alta, e allora per risparmiare si cominciano a coniare nuove monete, recanti sempre il medesimo valore di facciata, ma con un contenuto di oro inferiore. Se immaginate una moneta del valore di 10 soldi che prima conteneva 20 grammi d'oro e adesso ne contiene solo 10, capite bene che questo porta dritti ad un risparmio immediato del 50%, poiché riesco a pagare un debito di 20 grammi d'oro con un costo di soli 10 grammi.

Questa differenza tra il costo di produzione del denaro e il suo valore nominale si chiama ?Signoraggio? o ?rendita monetaria?.

 

Dopo l'anno 1000, la ripresa economica, l'aumento degli scambi commerciali, la rapida ascesa e rafforzamento di nuovi ceti di artigiani e proprietari fondiari, portano al riconoscimento dei Comuni e della loro autonomia; Con la pace di Costanza nel 1183, Federico Barbarossa, riconosce ai comuni, quasi tutti gli attributi della sovranità come l'autonomia giudiziaria, il diritto ad una legislazione autonoma e i diritti fiscali. E' probabilmente il primo esempio embrionale di Federalismo. E' anche un periodo di accese lotte fra comuni rivali , tra guelfi e ghibellini… vengono nominati i Podestà come figura di magistrato unico al posto dei due consoli presenti in età romana, insomma un periodo di grande fermento e rinnovamento che porta di fatto verso la conclusione del periodo storico che va sotto il nome di Medio Evo e al fiorire nel ?400 e ?500 del periodo storico che va sotto il nome di Rinascimento.

Sempre in questo periodo 1000-1300 , un'ulteriore e considerevole spinta al commercio non solo in Italia ma in tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, fino ad incontrare le popolazioni arabe, è dato dalle cosidette Repubbliche Marinare che battono moneta propria accettata e riconosciuta da tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Tra il tardo Medio evo ed il periodo rinascimentale, gli scambi commerciali sono cresciuti a dismisura e pretendere di andare in giro con bauli e forzieri pieni di monete, per pagare le merci acquistate, diventa sempre più scomodo oltre che pericoloso. Le strade dell'epoca non sono le veloci autostrade di oggi e viaggi anche di poche centinaia di km con carovane di carri pieni di merci, espone all'attacco di briganti  e delinquenti senza scrupoli.

E' proprio per cercare risolvere o almeno ridurre questo genere di problemi, che si pensa di disaccoppiare il viaggio delle merci da quello dei denari. Iniziano così a diffondersi le cosidette ?fedi di deposito?. In pratica il commerciante deposita l'oro e l'argento di sua proprietà presso degli orefici fidati che rilasciano per l'appunto queste ?fedi di deposito? in cui si attesta che Pinco Palla, ha depositato presso l'orefice Tal dei Tali una certa quantità di oro. A questo punto il commerciante partiva per il suo viaggio d'affari con in tasca questi certificati al posto della moneta corrente. Quando arrivava dal boscaiolo a comprare una partita di legname, piuttosto che dal pastore per una partita di lana o alle cave di Carrara per comprare il marmo necessario alle costruzioni che stava eseguendo, ecco che poteva pagare consegnando queste fedi di deposito. Il venditore del legname o della lana, o  del marmo diventava così ?il Portatore? della fede di deposito e quindi il legittimo proprietario dell'oro ad essa corrispondente, che poteva essere o ritirato presso l'orefice o scambiato da un altro orefice che conosceva ed accettava le fedi dei deposito dell'orefice che l'aveva emesse, oppure poteva a sua volta riutilizzare queste fedi di deposito, per il pagamento di qualche altra merce.

Ma a questo punto dopo lo scherzetto delle monete d'oro romane succede il secondo fattaccio che spieghiamo subito.

Un po' alla volta gli orefici, si rendono conto che quasi il 90% dell'oro depositato nei loro forzieri, non viene quasi mai ritirato. Questo permette loro di iniziare un'attività creditizia molto remunerativa; infatti se un orefice possiede 10 chili d'oro, può prestare ai suoi clienti un controvalore non di 10 ma di cento chilogrammi d'oro e lucrare interessi su questo controvalore e non sui 10 chili effettivamente posseduti.

Iniziano così a girare le cosidette ?note di banco?, ovvero banconote cartacee o cartamoneta su cui è enunciato l'impegno a convertire in oro la banconota per quel valore… è il famoso ?pagabile a vista al portatore? che fino ad una certa data era stampato anche sulle nostre banconote.

Il problema dov'è?? Il problema è che l'orefice diventato ormai banchiere dispone dell'oro necessario a saldare solo un 10% dei clienti a cui ha dato le banconote. Quindi, il giorno che si presentassero in banca anche solo un terzo dei clienti, ad esigere la conversione in ORO dei certificati, l'orefice sarebbe fallito (la famosa bancarotta!) Questo sistema di copertura parziale si chiama ?riserva frazionaria?.

 

Anche gli Stati hanno emesso per molto tempo cartamoneta o ?biglietti di Stato?, recanti la promessa di conversione in oro a richiesta. In seguito l'emissione di cartamoneta passerà quasi completamente, dagli Stati alle Banche Centrali. Ma sia gli Stati che le banche centrali , storicamente sono sempre arrivate a momenti di estrema difficoltà nel convertire in oro tutte le banconote che venivano loro presentate. E quando la sovranità monetaria è stata detenuta dalle Banche Centrali, gli Stati hanno dovuto intervenire diverse volte a sospendere il diritto di conversione in oro per salvare le stesse dalla bancarotta… segno che il sistema qualche problema di fondo ce l'ha.

La crisi del '29 iniziò proprio in questo modo con la sospensione della convertibilità della Sterlina che costituiva la divisa di riserva per molte altre divise ed era in ogni caso la divisa di riferimento per tutto il commercio internazionale.

 

Fine prima parte

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