PETROLIO: pericolo ormai svanito


Quando del petrolio ne parlano tutti ecco che il problema si sgonfia. Infatti proprio oggi Il Sole 24 Ore dedica al petrolio le 3 prime pagine e sui telegiornali italiani, di tipo tradizionalmente nazional popolare, si parla del greggio come del calcio scommesse. Ma se guardiamo una chart del petrolio possiamo osservare che:

1) se i prezzi del petrolio sono come quelli del 1990 significa che il valore del petrolio si è ridotto nella stessa proporzione della inflazione. Caldolando un 2% annuo per 14 anni in capitalizzazione composta si ha il 31% di riduzione del valore, sono conti della serva fatti con un pezzo di matita sulla carta della spesa ma che rendono bene l'idea

2) la dipendenza delle economie occidentali dal petrolio si è dimezzata dal 1970 ad oggi

3) purtroppo l'Occidente trova più conveniente occupare militarmente il Medio Oriente che studiare fonti alternative di energia. Un po' di pepe sulla coda farebbe accelerare la spinta verso fonti di energia alternativa e sarebbe tutto sommato salutare. Un mio amico sta studiando di mettere dei pannelli solari in una casa sull'Appennino. Gli autubus di Dresda vanno ad idrogeno.

Infine, se diamo un occhio ai grafici, vediamo che il breakout di 42 dollari è stata una classica trappola per tori mentre è iniziato sul settimanale un tranquillizzante conteggio ribassista. Insomma, graficamente i prezzi propendono per il ribasso, così come la logica vuole che ormai siamo sul picco. E' chiaro che se 42 dovesse essere di nuovo infranto saremmo su una svolta del ciclo economico mondiale. Ma per il momento tutto è nella norma. E lasciamo ai guru delle investment bank chiedersi cosa succederà se i prezzi passano 42 visto che per il momento di questo breakout non si vede nemmeno la coda ma solo le penne di quelli che ci hanno provato e sono stati fucilati al varco della fatidica soglia.

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