Ci sono due segnali molto bullish: il primo è che Tomasini per due volte di fila ha comprato Milano Finanza e recentemente ha anche letto un articolo di macroeconomia su Borsa & Finanza. Il secondo segnale è il Milano Finanza ora in edicola con il suo articolo di prima pagina. Articolo ben fatto, sicuramente, ma che suscita due riflessioni. La prima è che il tono entusiastico sul mercato corrisponde a realtà. Il secondo è che entusiasmo porta entusiasmo e come commentava ieri sera un supertrader davanti ad una bottiglia di pinot noir della Patagonia "sono ritornati i camionisti ed i commercianti, che chiudono bottega alle 19.00 e corrono a comprare in after hours. Ieri Cairo ne hanno comprate 1000 a prezzi sbalorditivi rispetto alla chiusura".
Ma torniamo alle cose serie ed affidiamoci ai non farm payrolls per giudicare l'andamento della congiuntura. La creazione di posti di lavoro negli USA ha ripreso ormai da tempo fiato e se guardate il grafico non bisogna essere dei supereconomisti per capire che siamo rientrati in quel box di andamento che ha accompagnato la crescita dell'economia USA nel suo più lungo boom dal 1990 in poi. Oscillazioni intorno alla media mobile a 12 periodi non fanno nient'altro che creare rumore su una tendenza che è palesemente puntata al bello. I picchi di creazione di posti di lavoro (oltre i 400.000 sul mese precedente) spesso anticipano un collasso degli indici azionari per paura di interventi restrittivi del credito da parte della FED. Ma una creazione di posti di lavoro intorno ai 200.000 ogni mese con oscillazioni tra 150.000 e 250.000 è assolutamente salutare ed indica che gli USA sono ancora la locomotiva del mondo.
A livello di outlook negli USA il breath di mercato sta tornando positivo mentre in Italia da un eccesso è rientrato in zona media e quindi possiamo parlare di una crescita sostenibile. E se gli USA trainano l'Italia il futuro non può essere che roseo.
