Un mercato che non scende, nonostante lo scivolone dell'S&P di ieri sera, e che non sa dove andare. E' questo il quadro del mercato azionario sia italiano che USA e solo il dato sul GDP di martedì prossimo riuscirà, forse, a smuovere le acque. Se guardiamo da profani i principali indicatori macroeconomici, unemployment, non farm payrolls, gdp, orders for durable goods, e via andare, osserviamo che il trend è saldamente impostato come durante i 10 anni straordinari di rialzo della Borsa Usa e di espansione dell'economia americana. Ci sono a volte delle oscillazioni negative, come ad esempio per gli orders for durable goods che sono tornati vicino alla linea 0%, ma le attese subito si spostano sul territorio positivo (infatti gli orders for durable goods attesi oggi pomeriggio sono a +1,5%). Insomma, è normale che l'economia USA oscilli ma sempre all'interno di un percorso di crescita. E' chiaro che la rivalutazione del dollaro pone sotto ipoteca l'espansione USA, ma ovviamente non si sa quanto questo dollaro abbia poi voglia di apprezzarsi.
Per quanto riguarda l'Italia e l'Europa invece la condanna è quella alla congestione. Il breath di mercato italiano è pessimo, linee advance / decline piatte, e forza relativa con il resto del mondo in orizzontale. Poche perline, tra cui Erg, su cui riusciamo finalmente a piazzare un ordine di acquisto.