Settimana pesante sotto il fronte delle notizie fondamentali Usa quella passata: si è registrato il primo calo in sei mesi della produzione del settore manifatturiero (-0,1%). In calo anche la fiducia dei consumatori con l'indice dell'Università del Michigan che scende a 88,7 contro i 92,6 di marzo. Ma bastano piccole variazioni degli indici macro a fare sprofondare il mercato ? Sì, possono bastare se alla base del quadro continuiamo ad avere sempre gli stessi problemi macro che non stiamo a recitare in quanto anche il lettore più distratto ormai ne è ossessionato (deficit gemelli, etc. etc.). E con l'aggiunga che ormai il renminbi, la valuta cinese, è in procinto di vivere di vita propria rispetto al dollaro e questo significa apprezzamento ulteriore dell'euro e deprezzamento del dollaro, destinato a perdere in parte lo smalto di valuta universale di riserva di fronte alla nascita di una nuova valuta sul palco dei potenti.
Se consideriamo il breath di mercato italiano siamo veramente messi male. L'indice McClellan è in ipercomprato e ci aspettiamo una discesa mentre il cumulativo (sulla base del grafico) è da ormai diversi giorni in zona negativa. Significa che i titoli hanno perso smalto e purtroppo la brutta notizia è che hanno ancora spazio per scendere (infatti il McClellan è sui massimi).
Siamo messi ancora peggio con il breath di mercato dell'SP 500, con il cumulativo ormai in zona ampiamente negativa (e considerate cosa è successo quando era allo stesso livello pochi mesi or sono).
Sotto il profilo prettamente tecnico l'indice SPMIB40 rimane sempre chiuso nella congestione anche se quella barra di venerdì veramente toglie il sonno. Delle due l'una: all'italiana tutto viene riassorbito entro mercoledì oppure sono problemi ed anche grandi. Onestamente propendo per la prima ipotesi e abbraccerei il partitolo del rialzo solo al di sotto della congestione laterale in cui ci troviamo. Ma capisco benissimo trader che erano in profitto sulle loro posizioni e sono precipitosamente usciti venerdì. Noi siamo puliti tranne due gustosissimi Bund long da tempo immemorabile che non molliamo manco morti.
Al di à dello sconquasso del renminbi, la cui rivalutazione era ormai messa all'ordine del giorno da mesi, incerta solo ne quando ma non nell'an, non vedo cosa sia cambiato nel mondo da giovedì ad oggi, tranne i dati di cui sopra che valgono però come coppe quando è briscola bastoni.
Su molti organi di stampa hanno pubblicato la trendline rialzista di medio periodo dell'S&P bucata al ribasso. E tutto sembra congiurare a pro del patatrac. Ma io andrei cauto: non è stato Larry Connors a dimostrare che dopo tre giorni di ribasso l'S&P diventa un buy opportunity ?
Un altro indicatore che la dice lunga è l'MSCI settimanale, prossimo alla trendline rialzista. Se la fora al ribasso sappiamo cosa succede, ma vale anche l'opposto, ovvero questa potrebbe essere una buy opportunity. Come spesso succede quando si guarda dall'alto i mercato tutti i pezzi del puzzle combaciano. O sembra che combacino.