Market abuse: il bavaglio alla stampa finanziaria indipendente


 

Per gentile concessione del direttore e vice direttore di LombardReport.com riporto l'editoriale completo di oggi a vantaggio di chi è abbonato esclusivamente alla mia rubrica:

 

"Nel suk della finanza on line la nuova normativa ?market abuse?, entrata in vigore il 12 maggio scorso e che ha visto proporre a tempo di record il regolamento di attuazione da parte della Consob (pubblicato venerdì pomeriggio sul sito della Commissione), è passata inosservata. Mi aspettavo un coro di critiche, di dotti commenti, di professoroni che riversavano fiumi di inchiostro, ed invece niente, un muro di gomma. Solo il blasonato Sole 24 ore ha pubblicato un piccolo inserto con meno di 5 pagine di commento, peraltro sconclusionato e, mi pare, con molte imprecisioni. Italia Oggi e tutti gli altri giornali hanno relegato la notizia a poche righe. Sui siti finanziari italiani torpore assoluto. ?Che cos'è la market abuse ?? ha esordito il noto gestore di un sito italiano finanziario a me che lo interpellavo sulla sua raffinata interpretazione delle norme.

Non voglio entrare nel merito tecnico della normativa perché in mancanza della approvazione definitiva del regolamento di attuazione della Consob, previsto per i prossimi mesi, il quadro potrebbe cambiare anche profondamente. Entro il 15 giugno è possibile infatti presentare controdeduzioni e LombardReport.com sicuramente farà sentire la sua voce anche se sono certo, siamo tutti certi, che non servirà a niente. Tutti i gestori degli altri siti si limiteranno a prenderla semplicemente nei denti oppure italianamente a prepararsi per evadere la legge.

Mi limito ad osservare quali saranno le conseguenze sulla industria delle informazioni finanziarie ?indipendenti?. Mi scuso fin da ora per eventuali imprecisioni, anzi domando aiuto ai lettori giureconsulti nella interpretazione della legge. I nostri avvocati sono al lavoro per cercare di capirci qualcosa, anche se forse non c'è niente da capire perché non è chiaro assolutamente nulla:

1)      le raccomandazioni di investimento rivolte al pubblico saranno dominio esclusivo degli analisti finanziari iscritti all'apposito Albo professionale e dei giornali, ovvero organi di stampa diretti da un giornalista regolarmente iscritto all'albo, autorizzati dal Tribunale ed iscritti al Registro Operatori della Comunicazione della Autorità Garante per le Telecomunicazioni (cosa che ora nessuno peraltro fa e non sembra che ci siano delle conseguenze, ma siamo in Italia e si sa che un occhio lo si chiude sempre). L'analista finanziario diventerà un soggetto vigilato dalla Consob e, temiamo, almeno a giudicare dalle battagliere dichiarazioni dell'Aiaf, l'associazione italiana analisti finanziari, sarà costretto a superare non solo un esame di abilitazione ma anche dei corsi di aggiornamento professionale periodici. E ci siamo già capiti: nella vicenda c'è qualcuno che si fa pagare, ovviamente per assolvere ad alti compiti istituzionali, ma sempre pagare si fa. Un qualsiasi pinco pallo che voglia mettere su un sito e scrivere ?compra Fiat e vendi STM? rischierà la galera e non solo un anno ma fino a sei anni e con l'aggiunta di una sanzione amministrativa fino a 5 milioni di euro. A noi piace la concorrenza e siamo sempre e comunque a favore di essa. In tutta sincerità non ci piace che tante altre voci, ?the alternative press?, per dirla come ricorda spesso Bellosta, finiscano zittite da una normativa che si prefigge il bene del risparmiatore. Pensiamo che il bene del risparmiatore lo si tuteli anche garantendo la pluralità dell'informazione finanziaria, come tanti siti, soprattutto piccoli, con ammirevole dedizione, fanno da tempo.

2)      I giornalisti, ovvero coloro che, pubblicisti o professionisti, risultano iscritti all'Ordine dei Giornalisti, finiranno sotto la lente di ingrandimento e praticamente saranno impossibilitati a fare il loro lavoro in maniera aggressiva perché in finanza le voci ed i rumors sono il sangue del mercato. I giornalisti rischieranno fino a 5 milioni di euro di sanzione amministrativa (e il penale qualora sia provato che ne traggano profitto) non solo nel caso pubblichino ?notizie false o fuorvianti? (ripeto, in finanza tutto può essere fuorviante, anche dire che Parmalat ha i bilanci falsi 10 anni prima del botto, chi vi avrebbe creduto ?), come è giusto che sia, ma anche ?notizie false o fuorvianti che … siano suscettibili di fornire indicazioni false ovvero fuorvianti?. Quindi non solo la realtà ma anche il processo alle intenzioni con quel ?suscettibili?. E' scomparso il testo della direttiva Ue in cui il giornalista era colpevole solo se sapeva che le notizie erano false. Ed è sotto questo aspetto, quindi, che si gioca la partita più delicata. Tranquillizzo subito tutti: siccome in Lombard di giornalisti ce ne sono solo due, che hanno nome Tomasini e Strinati, tutti gli altri possono dormire sonni tranquilli. Peraltro dal testo della autoregolamentazione dell'Ordine dei Giornalisti risulta che Tomasini e Strinati non potranno più fare le operazioni che raccomandano ai lettori. Se passa (entro 120 giorni la presentazione alla Consob) il testo della autoregolamentazione dell'Ordine dei Giornalisti così come è stato ora confezionato sì. La cosa assurda è che non venga posto un limite di liquidità, ovvero sembra, a giudicare dal testo, che se Tomasini compra un Bund insieme ai suoi lettori commette una infrazione disciplinare. E il che, se per Bastogi ha un senso, per il Bund fa scappare da ridere. E su questo punto diremo la nostra, che i signori della Consob e dell'Ordine dei Giornalisti ovviamente useranno per accendere lo scaldabagno.

3)      I collaboratori terzi di un giornale, ovvero praticamente tutti quelli che scrivono sul Lombard, potranno tranquillamente continuare a fare trading per conto loro e gli basterà inserire il disclaimer che vedrete oggi sotto tutti gli articoli. Per loro varranno le norme che valgono per tutti ovvero non dovranno diffondere notizie ?false o fuorvianti?. Volendo andare sull'umoristico mi immagino già un processo ad un elliotiano o a un Gannista, con il giudice che inquisisce se effettivamente l'onda 3 o la 1×1 corrispondono al vero ed hanno mosso il mercato. Per quanto riguarda la loro posizione ai fini della ?manipolazione del mercato?, nuovo reato introdotto, non cambia nulla rispetto alla formulazione del vecchio 2637 c.c. sull'agiottaggio: se guardate i testi sono esattamente gli stessi.

4)      Forum: su questo punto sarà tutta da ridere. Finora i forum non sono stati considerati dalla giurisprudenza, in mancanza di una normativa precisa, nella responsabilità del proprietario del dominio e sono considerati un mezzo per esprimere la propria opinione personale. Impedire su un forum ad uno di fare una analisi o di esprimere la propria opinione su un titolo sarebbe una pesante violazione della libertà personale. Finora la giurisprudenza (Tribunale Roma, 04 luglio 1998 e tra gli altri GUP Tribunale Oristano 25 maggio 2000) rileva che ?Il ruolo di supervisore di un "newsgroup" tipico del cd. "webmaster" non consente di ascrivere allo stesso una posizione processuale autonoma ed una responsabilità per quanto si verifichi nel contesto del gruppo di discussione, soprattutto per quel che riguarda il contenuto dei messaggi inseriti nell'elenco?. Del resto è evidente, come la migliore dottrina osserva, che ?su un forum l'inserimento in rete non avviene con modalità tali per cui il gestore del server o dipendenti di tale soggetto si vengono a trovare inequivocabilmente nella condizione di prendere visione del messaggio a contenuto diffamatorio, a differenza di quanto accade all'atto della stampa in tipografia? (Cesare Parodi, Andrea Calice, Responsabilità penali ed internet?, Il Sole 24 Ore). Ma aspettiamo a vedere anche sotto questo profilo, perché siamo in Italia e la pazzia è nell'ordine delle cose.

 

E' chiaro che il concetto di operare sugli stessi titoli raccomandati ai lettori come sinonimo di qualità scompare, seppellito da una normativa che se per certi aspetti sicuramente fa bene al mercato dall'altro, per quanto riguarda la informazione economica, ha il sapore del manganello e dell'olio di ricino. Se fosse per me io costringerei tutti i giornalisti ad investire almeno 100.000 euro nei titoli su cui scrivono, alla fine dell'anno farei i conti di chi ha vinto e guadagnato, licenzierei chi ha perso ed aumenterei lo stipendio a chi ci ha azzeccato. Noi del LombardReport.com continueremo a parlare nel rispetto della legge, e finché potremo farlo sosterremo pubblicamente che questa legge per quanto riguarda la libertà di informazione è assolutamente ingiusta. Speriamo (ma non ne siamo convinti) che la Consob ascolti quello che avremo da dirle. Ma a giudicare da quello che abbiamo avuto a che fare fino ad ora con la Consob, molti esposti finiti assolutamente in nulla, con formulari di risposta uguali per tutti e divieto di accedere agli atti, non succederà nulla. Questa legge ha dato una ottima occasione a tutti quelli che, dopo il caso Parmalat e simili, hanno voluto tappare la bocca alla stampa libera. Ed anche questo, oltre alla crisi economica, è un triste segno dei tempi. "

(articolo di Sandro Mancini)

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